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Piccole storie, piccoli uomini

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Venerdì 16 novembre, alla Sala Lomax di Catania, in scena tre atti unici sul tema della mafia con la compagnia Movimentindipendenti

Venerdì 16 novembre, alla Sala Lomax di Catania,  la compagnia Movimentindipendenti presenta lo spettacolo Piccole storie, piccoli uomini, scritto diretto ed interpretato da Antonio Caruso.

Con: Donatella Marù, Antonio Starrantino e Cristina Brischetto. Lo spettacolo raccoglie tre atti unici sul tema Mafia scritti tra il 1993 ed il 1996. Antonio Caruso, nel periodo immediatamente successivo alle stragi di mafia che insanguinarono la Sicilia (dove persero la vita, tra gli altri, i giudici Falcone e Borsellino), scrive di getto e con rabbia tre storie che avevano il sapore dell’indignazione non meditata o intellettuale. C’era nei testi tutto il fervore sincero di un autore giovane – siciliano – che anche con un linguaggio diretto tentava di dare il proprio contributo.

Quei tre atti unici, specchio di una cronaca penosa ed impietosa di quegli anni, hanno girato la Sicilia negli anni novanta. Sono stati rappresentati in occasioni importanti di confronto, ospiti di diversi organismi associativi impegnati nel campo dell’Antimafia (Il coordinamento antimafia di Palermo, la fondazione Falcone, ecc,ecc…) Magistrati, politici, vittime di mafia e studenti sono stati il numeroso pubblico di quegli anni. Antonio Caruso però non si sentiva un “professionista dell’antimafia”…e decise dopo alcuni anni di non rappresentarli più, perché bisognava esprimere altro, perché la società chiedeva altro. Sono passati quasi venti anni dalla stesura di quei testi ed il sapore di attualità purtroppo permane. Ritornare a parlare di Mafia nei termini in cui ne ha parlato Caruso negli anni novanta è per l’autore stesso una necessità – come cittadino, prima che come artista.

“Piccole storie, piccoli uomini” raccoglie i tre atti unici “La Motivazione”, “Antimafia: si, grazie, due zollette” e “Lontano le urla”. In “La Motivazione”, un giudice ed un imputato si confrontano dialetticamente durante gli ultimi atti di un processo di mafia. L’imputato darà la sua personale motivazione dell’essere mafioso. In “Antimafia: si grazie, due zollette” si mette alla berlina in modo grottesco il mondo di quelli che negli anni novanta approfittarono dalla parola Antimafia per fare altro. Il terzo momento è “Lontano le urla”, probabilmente il più attuale dei tre atti. Probabilmente il più incisivo e crudo. La giustizia si mostra a noi come un essere umano qualunque. E parla. Dichiarerà la sua profonda delusione e la chiusura della propria porta agli uomini, colpevoli di aver abusato di lei. Il pubblico di quegli anni parlò di questo spettacolo in termini di “pugno nello stomaco”. E di fronte al pugno nello stomaco ci si aspettava, allora, una reazione. Qualcuno ancora aspetta. Lo spettacolo è organizzato dall’associazione culturale e teatrale “Gruppo Icarus”. 

(16 novembre 2012)

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