Mercoledì 18 luglio alle 19:30, al Cortile Alcalà di Catania (piazza Alcalà, 5), sarà presentato il primo romanzo di Paolo Chicco, La maledizione di Mezzapica.
Seguirà proiezione del primo filmato al mondo girato in subacquea alle Eolie concesso dal principe Francesco Alliata di Francavilla della Panaria film.
Una moderna odissea ambientata a Filicudi, il cuore selvaggio delle isole Eolie, quella raccontata da Paolo Chicco nel suo primo romanzo dal suggestivo titolo “La maledizione di Mezzapica. Dialogheranno con l’autore, le giornaliste Letizia Carrara ed Eleonora Cosentino, seguiranno la lettura di brani tratti dal romanzo affidati all’attore Cosimo Coltraro, e la proiezione del primo filmato al mondo girato in subacquea alle Eolie concesso dal principe Francesco Alliata di Francavilla, della Panaria Film.
Da sempre isole di miti, di approdi e di derive, le Eolie fanno parte dell’immaginario letterario, dove l’anima greca riappare dalle viscere di quelle terre vulcaniche affiorate nella notte dei tempi. Paolo Chicco, avvocato penalista torinese, è approdato a Filicudi fisicamente negli anni Settanta quando aveva sedici anni, catturato emotivamente da un amore che durerà tutta una vita. In quest’opera prima, che si snoda in forma di sette racconti con un comune filo conduttore, l’autore, (il quale mostra di aver ben studiato, lui sabaudo, da siciliano), ha saputo cogliere e interpretare con fine ironia momenti di vita isolana, di passioni, di perdite e tradimenti, di un pugno di uomini che lì gettati dal caso o dal destino affrontano il dramma della vita, testimoni e protagonisti di viaggi andata e ritorno. Aleggia su tutto il racconto una certa atmosfera da tragedia, nonostante il tono volutamente leggero e ironico dell’autore. La tragedia dell’emigrazione, ad esempio, perché le storie si dipanano lungo la prima metà del secolo scorso, quando l’isola da fiorente divenne sempre più desolata, con un numero sempre maggiore di gente che vedeva la sua terra allontanarsi, mentre andava via con la nave, con la certezza che non l’avrebbe più rivista per molto tempo o forse per sempre.
Ma il libro racconta anche di legami con un mondo ancestrale dove fa la sua incursione l’aspetto magico e misterioso della vita, nella quale il senso del destino, l’invidia degli dei e l’incantamento magico servono a spiegare situazioni ed eventi che sfuggirebbero altrimenti ad una spiegazione razionale. Dove incombe il senso del destino sui personaggi, molti dei quali sembrano essere schiacciati dal peso di una maledizione, prima fra tutte quella di doversi affidare al mare, nella vita e nella morte. Terra di emigrazione, coste dalle quali ci si imbarca per non tornare, o al contrario si approda in un confino forzato, con identità nascoste, come quelle dei mafiosi, o con la veste frivola di turisti indifferenti, pronti a scappare dopo la recita della stagione estiva, case abbandonate un tempo vitali, e la perenne vicenda del ruolo di femmina e di maschio da recitare, sottomettersi o agire d’astuzia, da “fimmina” appunto, nel primo caso, e del dover prevaricare o fare il proprio dovere di “masculo” nel secondo. E su tutto e oltre tutto, quel mare calmo o furioso, acque misteriose davanti alle quali avvolgersi in un amplesso amoroso o gorghi minacciosi che allontanano persino l’unica certezza di un’isola, l’approdo della nave – speranza –disperazione, la nave che tutto conduce e tutto porta via.
Paolo Chicco nasce a Torino (1951) dove vive ed esercita la professione di avvocato penalista. Alla fine degli anni Settanta dirige una delle prime radio libere e fonda la rivista di politica e cultura “La Pallacorda”. A sedici anni scopre le Eolie: pur essendo un vero sabaudo ama dire che da quarant’anni studia da siciliano.
(18 luglio 2012)