Dal 17 giugno all'8 luglio, all'ex collegio dei Gesuiti di Noto (Corso Vittorio Emanuele, 91 - Sr), si terrà la mostra personale di Andrea Cantieri, Love me or leave me, a cura di Vincenzo Medica.
L'opening sarà domenica 17 giugno alle 19, con Andrea Cantieri Swinging Standards Quartet (live performance)
…“L’utilizzo della luce diviene importante, per non dire fondamentale; una luce che è sempre e comunque presente nella sua apparente assenza, una luce che è nel dna così mediterraneo di Andrea, quella luce forte, intensa ed abbagliante che fa dolere lo sguardo e non permette di mettere a fuoco correttamente gli oggetti, quella luce che si infrange sul reticolato delle serrande e dei bancali per evidenziare il pulviscolo. per trovare nuova forma in una sostanza interrotta ritmicamente. Ed è proprio da questa luce che sembrano emergere, eroici, i volti di Cantieri, volti che hanno nomi e cognomi ma che sono, come si è visto, reiterati tentativi di autorappresentazione. Anche il ready made è un tentativo di narrazione autobiografica: la scelta dei materiali, l’utilizzo di gusto vagamente dada del collage, che sa di adolescenza, di diario segreto, serve sostanzialmente a narrare qualcosa di sé. Il dato che sorprende maggiormente è la sensazione che, per quanto tenti di parlare di sé, tenti di mostrarsi, Cantieri cerchi, al tempo stesso, di nascondersi, cerchi di dare più risposte possibili, per scongiurare ulteriori domande. Vi è un qualcosa di enigmatico che si cela dietro il lavoro di Andrea, in bilico tra un controllato desiderio di raccontarsi e il pudore che scaturisce dalla sensazione di essersi eccessivamente esposto. Il dipingere, che è impulso e necessità espressiva intrinseca e indomabile, induce irrimediabilmente anche a mostrarsi e sembra quasi spaventare Cantieri, che delega a sguardi ed espressioni altrui il peso di divenire di pubblico dominio. Lasciamoci, infine, accompagnare da Cantieri nel suo peregrinare dentro e fuori di sé, concediamogli le incertezze e i tentennamenti che il suo pudore impone, rispettiamo la sua intimità che si sforza di violare, diamogli un nome e una definizione, se questo ci rassicura, ma non mettiamo mai fine al suo canto, perché questo sarebbe un errore e ci priverebbe dall’avere il nostro complesso, controverso ed eroico artista, il nostro Ulisse dalle mille risorse.”(Igor Zanti)
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(17 giugno 2012)