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Ifigenia in Aulide

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Dal 26 giugno al 4 luglio, al Teatro Greco-Romano di Catania, in scena opera di Mircea Eliade. Prima assoluta in Italia
Franco Branciaroli Lucia Lavia

Dal 26 giugno al 4 luglio, al Teatro Greco-Romano di Catania, andrà in scena Ifigenia in Aulide di Mircea Eliade

La regia è di Gianpiero Borgia.  Con: Franco Branciaroli, Lucia Lavia, David Coco, Loredana Solfizi, Christian Di Domenico, Salvo Disca, Giovanni Guardiano, Daniele Nuccetelli, Elisabetta Mossa, Nicola Vero, Marina La Placa, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Giorgia Sunseri. E' una produzione Teatro Stabile di Catania - Teatro dei Borgia - Napoli Teatro Festival, in collaborazione con l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.  

L’Ifigenia di Mircea Eliade contiene i semi dei suoi celebri studi sul Mito, inteso non come capita ai portatori di un sapere razionale, cioè come fandonia leggendaria, bensì come veicolo del sacro nella cultura e nella tradizione umana. Cioè come narrazione più vera del reale. L’opera, in forma lirica e poetica, riprende il soggetto dell’Ifigenia in Aulide di Euripide e lo sviluppa secondo categorie a noi più comprensibili. Anziché farne un’attualizzazione – dato che il mito in quanto tale trascende il tempo – racconta lo stesso mito, facendo però leva su sentimenti ancora concreti nell’uomo contemporaneo.  Mito che è lo stesso di Abele, di Cristo, delle Termopili, di Amleto. Cioè del conferimento di un’anima, mediante la morte sacrificale di esseri umani, a un edificio eterno e trascendente che ne narri la gloria. Lo sfondo è quello di un’umanità in disfacimento, che vive di stenti e di sventure in Aulide, in attesa che la dea Artemide, con il sacrificio di Ifigenia, plachi la propria ira e conceda di riprendere il mare, al cospetto di una natura burrascosa e indifferente alle sorti degli uomini. I personaggi sono tutti umani, estremamente umani, mossi da bisogni, sentimenti e fragilità quanto mai terrene: i soldati dalla fame, i generali dalla brama di conquista, Agamennone e Clitennestra dall’amore genitoriale, Criside dall’amicizia. Tra loro atterrano due alieni: Achille, semidio non ancora del tutto compiuto ma fermo nella difesa dei valori dell’eroe – gloria, onore e giustizia; Ifigenia, un incanto per bellezza e innocenza, pronta a sacrificarsi per la gloria del proprio popolo e del proprio amato.

Sono davvero due alieni, pronti a difendere a oltranza la loro purezza e il loro destino, la via della gloria immortale – e proprio per questo sono tacciati di follia dagli umani. Tra i due scoppia inevitabile un amore travolgente che fa vacillare l’animo d’Achille e lo porta ad amare la vita più della gloria, ma rinforza in Ifigenia la sete di sacrificio. Così, al cospetto delle genti in lacrime, e consolandole, la figlia di Agamennone si immola per l’eternità, per dare anima con il proprio sacrificio all’edificio eterno della gloria dei greci.


(26 giugno 2012)

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