Dal 30 giugno al 15 settembre, alla Fondazione Brodbeck di Catania, si svolgerà la mostra Luca Vitone. Natura morta con paesaggi e strumenti musicali, progetto di residenze Fortino 1, a cura di Helmut Friedel e Giovanni Iovane.
Sin dalla seconda metà degli anni '80, l’esperienza artistica di Luca Vitone si è concentrata essenzialmente sull’idea, e insieme la pratica, di luogo. In questo caso il luogo assume un duplice significato: quello di immagine geografica storico-culturale e di individuazione di spazio concreto. Nel corso degli anni, dunque, Luca Vitone ha fatto sua questa attitudine modernista coniugando la figura romantica dell’esploratore alla analisi e all’ironia concettuale. Il suo lavoro, originale non solo nel panorama artistico italiano ma anche in quello internazionale, esplora così il modo in cui i luoghi si soggettivizzano attraverso la produzione culturale: l’arte, la cartografia, la musica, il cibo, l’architettura, le associazioni politiche e le minoranze etniche. L’artista, in questo suo continuo ripensare la geografia, ricostruisce (produce) un soggetto - un territorio o un paesaggio - inventando persino percorsi dimenticati e memorie, offrendo uno spazio misurabile e visibile ai soggetti autonomi e individuali prodotti dall’immaginazione creatrice. Nel 2004, Vitone realizza Finestre, un lavoro costituito da sette grandi acquarelli su carta, “dipinti” con la polvere raccolta alla Stecca degli Artigiani di Milano, una ex fabbrica di proprietà comunale. Tale atto di raccolta della polvere, come azione materiale che si compie naturalmente e atmosfericamente sulla superficie della tela, rimanda sia ad una delle sostanze care al Modernismo, ma si manifesta come uno dei pochi contributi originali recenti intorno alla ormai secolare idea (e pratica) della pittura monocroma. Nel 2005, Vitone espone al Magazzino d’Arte Moderna di Roma i monocromi Io Roma, serie di opere che oltre a riflettere sul linguaggio della pittura (e di una delle sue immagini peculiari del '900), presentavano un particolare autoritratto della città eterna. L’artista non ha adoperato né pennello né colori, ma ha esposto delle tele bianche di lino in vari punti della capitale, lasciandole in balia degli agenti atmosferici. In tal modo, è il luogo, i luoghi di Roma a parlare di se stessi, a rappresentarsi ma anche a farsi indice e segnale del tempo, inteso sia in senso atmosferico che cronologico. Le Ceneri di Milano del 2007, realizzate con la polvere di un termovalorizzatore milanese, sono invece il ritratto di un luogo attraverso ciò che rimane della nostra quotidianità e forse anche dei nostri consumi. In questi ultimi anni, Luca Vitone ha realizzato altri “autoritratti” di città internazionali. In occasione della sua mostra personale presso la Fondazione Brodbeck, alcuni monocromi sono appositamente dedicati ad alcuni luoghi della Sicilia. In questa vasta esposizione personale dell’artista si avrà modo di vedere così arricchita la straordinaria geografia personale di Vitone; anche in relazione con il territorio della Sicilia Orientale. “Relazione” e “condivisione con il territorio” sono stati infatti, alcuni degli elementi attivi particolari dell’intero progetto Fortino 1 curato per la Fondazione Brodbeck da Helmut Friedel e Giovanni Iovane che, con la residenza e la mostra personale di Luca Vitone trova e presenta il suo significativo contributo finale. In occasione del finissage della mostra di Luca Vitone presso la Fondazione Brodbeck di Catania e Museoin di Bolzano, sarà presentato un libro, edito da Mousse, che accoglierà, tra l’altro, le immagini delle due mostre.
(30 giugno 2012)