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Curri l'aria

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Mercoledì 9 maggio alle 21, al Teatro Montevergini di Palermo, in scena spettacolo di Rocco Lombardo ed Elisa Di Dio

Mercoledì 9 maggio alle 21, al Teatro Montevergini di Palermo, andrà in scena Curri l'aria di Rocco Lombardo ed Elisa Di Dio.  

Le musiche originali sono di Mario Incudine, le ricerche storico-letterarie di Rocco Lombardo, la drammaturgia di Elisa Di Dio. Con: Elisa Di Dio, Nadia Trovato e Mario Incudine. La regia è di Angelo Di Dio e Filippa Ilardo.  E' una Produzione Associazione Culturale L'Arpa.  

Lo spazio è quello del retro di un teatro in disfacimento, antiretorico, asciutto, il rovescio di ciò che poteva essere e non è stato, ma che ha lasciato un respiro di poesia in forma di musica. La musica è quella popolare che correva per le strade di una sollevazione fatta dalla gente, dai giovani, dagli uomini, ricchi e poveri, e non ultimo, dalle donne. Il tempo è quello all’indomani di un tempo epico, quindi necessariamente prosaico, un tempo che lascia I’amaro in bocca perché troppo dolci sono state quelle idee di libertà, di trasformazione, di novità. Su tutto corre un’aria, quella della rivoluzione, della
speranza, del cambiamento, della musica, I’aria, il fiato, di una storia in fieri, come un enorme, grande alito che ognuno può condividere. In questo spazio, alla ricerca di questa musica, l’incontro di due donne, realmente e storicamente esistite, prelevate dai libri di storia, e assunte a simbolo del destino dell’universo femminile, amato, tradito, capito ma, forse, mai profondamente. è un modo, il più antiretorico possibile per rileggere l’impresa garibaldina in Sicilia, un’impresa immensa e dai toni epici, qui attraversata dall’ottica demistificante delle donne. Emilia Testa, un’artista che sta per lasciare le scene per volontà dell’uomo che ama, Jessie White, giornalista inglese al seguito di Garibaldi, che sulla sua pelle ha vissuto l’eroismo di quei giorni e il disinganno seguito alla memorabile impresa dei Mille, da lei coraggiosamente documentato con inchieste e sulla povertà e il degrado meridionale, soprattutto nelle zolfare. Dal fondo scuro della sua memoria si sprigionano quelle sonorità mediterranee, carnali, vitali, assetate di liber tà e di giustizia che sono la voce arcaica della gente del sud. Alla musica è affidato il senso lirico ed eroico delle gesta garibaldine, capace come è di proiettarci su un tempo mitico e ricreare quelia temperie di grandiosità leggendaria che era il respiro dell’epoca...

(09 maggio 2012)

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