Fino a domenica 22 aprile, al Teatro Ambasciatori di Catania, andrà in scena
Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams. La regia è di Antonio Latella.
Con: Laura Marinoni, Vinicio Marchioni, Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino, Annibale Pavone, Rosario Tedesco. E' una produzione Teatro Stabile di Catania, Emilia Romagna Teatro Fondazione.
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Non c’è un solo personaggio nei testi di T. Williams che non sia ferito, rotto, spezzato. A tutti manca un qualcosa, è come se nella loro incompiutezza ci fosse il senso del vivere. Vacillano, in un mondo affollato da tante note di un piano sempre suonato da dita nascoste, da tanto sudore, da tanto fumo, da tante urla, da tante stanze troppo piccole e troppo piene, da tanto alcool, da tanto sud, da tanto Mississippi e soprattutto da tante cose del vivere quotidiano: eppure, nonostante la miriade di oggetti che si prendono lo spazio, sembra sempre che il nulla sia il luogo dell’anima. “Quel vuoto pieno d’ombre Wim Wenders lo racconta in modo unico nel suo film Lo stato delle cose dipingendo una natura morta di oggetti, che io oserei chiamare una ‘natura morta’ del realismo. “Ed è proprio il sovrabbondante realismo che trovo in Williams, a farmi subito pensare a una dimensione dove il reale è natura morta, dove il realismo, per la troppa realtà, perde la sua concretezza diventando memoria di uno stato; è come un oggetto rotto che nonostante la riparazione non sarà mai più quell’oggetto, ma solo la memoria di quella cosa. Ed è in questa memoria che i nostri personaggi si muovono, quasi come se le cose fossero un labirinto necessario allo stare nel mondo e a ricordarsi ciò che si era. “Immagino un luogo dove le cose vivono di una propria luce, sono le cose che illuminano i corpi, fantasmi di una memoria, mostruose nel loro esserci state e nel loro esserci anche dopo la morte. “Le cose sopravvivono al tutto. Le cose ci sopravvivono.” (dalle note di regia di Antonio Latella)
(18 aprile 2012)