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Giacinto Platania «Pictor Egregius»

Lunedì 26 marzo alle 17:30, nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, primo di sei incontri dedicata alla figura del pittore e decoratore di Acireale Giacinto Platania

La locandina
Lunedì 26 marzo, alle 17.30, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini si svolge una conferenza dal titolo Giacinto Platania «Pictor Egregius». Si tratta del primo incontro di un ciclo di sei conferenze "Misticismo e realismo nell’opera di Giacinto Platania" promosse, in occasione dei quattrocento anni dalla nascita del grande pittore e decoratore di Acireale Giacinto Platania, dall’associazione culturale “Tesori d’Aci”, in collaborazione con la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania e con il contributo della Provincia regionale di Catania e la Diocesi di Acireale.

L’incontro si aprirà con gli indirizzi di saluto del preside della facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, Enrico Iachello. È poi prevista la relazione di Barbara Mancuso, docente di Storia sociale dell’arte nel dipartimento di Scienze umanistiche di Catania.

Giacinto Platania (Acireale, 13 ottobre 1612 – Acireale, 10 luglio 1691) fu un pittore e decoratore italiano, annoverato quale uno dei maggiori pittori e decoratori siciliani del XVII secolo. È considerato uno dei padri della cosiddetta scuola pittorica barocca acese. La sua pittura fu caratterizzata da un uso accorto di accenti particolarmente realistici e amava ritrarre nelle sue opere scorci di Acireale o della zona etnea. Apprese inizialmente l'arte della pittura dal padre Antonio, ma poi si perfezionò a Messina. Lavorò spesso per enti religiosi e le sue opere principali fanno spesso uso di soggetti a tema. La personalità di Platania era poliedrica, oltre alle arti, infatti, parte dei suoi interessi erano rivolti all'ingegneria. Ad esempio durante l’eruzione del 1669 tentò di deviare la colata, realizzando alcuni argini. Questo ardito progetto fu il primo tentativo di opposizione dell'uomo al vulcano, ma non ebbe successo anche per l'ostruzionismo di alcuni possidenti che temevano per le proprie terre. In quell'occasione ritrasse, in un'opera divenuta poi celebre, Catania investita dal fiume di fuoco. Fra i suoi allievi figuravano Baldassare Grasso e Giovanni Lo Coco.

(26 marzo 2012)

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