Venerdì 30 marzo alle 17:30, alla Biblioteca Regionale Giambattista Caruso di Catania, sarà inaugurata la mostra documentaria Catania industriale. L’economia catanese tra il XIX e il XX secolo attraverso la stampa periodica.
Nel lungo esitare della città etnea tra vocazione industriale e quella commerciale, che ha caratterizzato la sua economia per buona parte del Novecento, a veder oggi sembrerebbe che alla fine sia prevalsa la seconda, anche se non si sono certo spenti del tutto i bagliori industriali catanesi e anzi a parer nostro c’è una tendenza al loro recupero seppur tra tantissime difficoltà. E in una Catania d’oggi, circondata com’è nelle sue periferie da enormi centri commerciali, ci si può facilmente dimenticare del glorioso passato industriale (ma non tramontato) di questa città, che è stata uno di più importanti centri produttivi della Sicilia e di tutto il Meridione d’Italia (la cosiddetta “Milano del Sud”).
La mostra, a cura del dott. Vincenzo Romeo (dirigente dell’U. O. IV-Periodici della BRS-CT), che resterà aperta fino al 30 aprile, vuol essere un omaggio a un settore economico che ha contribuito alla storia produttiva di cui si può andare fieri e che, insieme al altre non poche cose, caratterizza e fa parte della storia identitaria isolana. Essa prende in considerazione la storia dell’industria catanese a partire dall’ultimo ventennio dell’Ottocento, periodo a cui risalgono i primi periodici posseduti dall’Emeroteca della nostra Biblioteca, e arriva praticamente fin quasi ai nostri giorni: dall’industria dello zolfo (sicuramente la più importante tra la fine del sec. XIX e i primi del sec. XX), a quella agroalimentare (famose le fabbriche di liquirizia), da quella chimica (industria del citrato di calce, derivato dagli agrumi),a quella tessile (filati di cotone e lino) e dell’arredamento (mobili in legno e in ferro) fino all’industria della lavorazione della pietra lavica. Spiccano, in questo variegato e attivissimo panorama, numerosi imprenditori, protagonisti della vita economica catanese, i cui nomi sono rimasti scolpiti nella nostra memoria e nella nostra storia: dai Trewell, ai Brodbeck, ai Caflish, agli Stecker, ai Reitmann, ai Ventura, ai Colussi, ai Torrisi. Come non si possono essere dimenticati nomi di aziende, che spiccano tra le altre, come quelli della S.E.P.C.A., della Sibeg CocaCola, delle Acciaierie di Sicilia, della Cesame, della SgsThomson (fondata da Pasquale Pistorio) oggi St Microelectronics. Questa esposizione vuol essere anche una rievocazione della dedizione al lavoro dei siciliani (anche se essi spesso sono rappresentati, invece, per tutt’altre cose meno lodevoli) e per far ciò si vuole terminare ricordando quell’elogio che il prof. Santi Correnti riporta nella sua “Storia di Sicilia” e citando, come lui, le parole del grande poeta Salvatore Quasimodo: “Dove si inizia una civiltà, la sera, tra gli accampamenti, si ode sempre un canto siciliano”. (Scheda a cura di Giovanni Viglianisi e Vincenzo Romeo)
(30 marzo 2012)