L’opera dei pupi nei canovacci dell’artista Vincenzo Sanfilippo

Venerdì 24 febbraio alle 18, nel salone di lettura della Biblioteca Regionale Giambattista Caruso di Catania (Piazza Università, 2 - Catania); e sabato 25 febbraio alle 18, al Palazzo Bruno (Via Vitt. Emanuele, 242 - Biancavilla), sarà presentato il volume, edito dalla Regione Siciliana - Assessorato BB.CC.e I.S - Dipartimento BB.CC. e I.S., L’opera dei pupi nei canovacci dell’artista Vincenzo Sanfilippo di Alfia Milazzo.

Interverranno: Alfio Lanaia, Marella Ferrera, Francesco Clienti, Giacomo Cuticchio, Alessandro Napoli, Alfia Milazzo, Giovanni Viglianisi.

Per anni il teatro dei pupi siciliani (come quello dei teatri similari: marionette, pupazzi, ecc) è stato considerato una forma d’arte minore. Il teatro o l’arte del cosiddetto popolo minuto (contadini, piccoli mercanti, artigiani) o anche dei poveracci, dei villani (come si diceva una volta). Una forma d’arte che si basa più sulla tradizione popolare orale che sugli scritti (ci si riferisce quasi sempre a canovacci e non veri e propri testi) fatta di “fabulazioni” (invenzioni) spesso tragiche miste al grottesco e alla sempre presente autoironia propria del teatro popolare. Quella del teatro dei pupi siciliani è un’eredità culturale siciliana scritta e tangibile (testi, canovacci, pupi, ecc), ma al contempo anche un’eredità culturale immateriale per tutto quello che non è scritto, che è tantissimo (manifattura pupi, rappresentazioni sceniche sempre nuove e mai simili l’una con l’altra e spesso interattive con lo stesso pubblico spettatore, ecc) ed è per questo che l’Unesco ha dichiarato il Teatro dell’Opera dei Pupi “Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”.

(24 febbraio 2012)