Dal 7 al 26 febbraio, al Teatro Verga di Catania, andrà in scena Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare, per la stagione 2011-2012 del Teatro Stabile.
La regia è di Fabio Grossi. Interpretano: Leo Gullotta, Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer, Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini e con Rita Abela, Fabrizio Amicucci, Valentina Gristina e Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano, Gennaro Iaccarino, Federico Mancini, Giampiero Mannoni, Sante Paolacci, Sergio Petrella, Vincenzo Versari. E' una produzione Teatro Eliseo.
“[…]Protagonista della vicenda è Sir John, con le sue esuberanti smargiassate da guascone, la sua sovrabbondante figura, la sua pletorica simpatia cialtrona, il suo amore per la crapula e il bicchiere, e la sua irresistibile, endemica disonestà viziosa e bonaria. Con gli occhi di oggi, lo considereremmo un diverso, sia per verbo sia per figura, un avverso al presupposto bigotto di una società borghese. “Ma la tessitura della commedia stessa va oltre l’apparenza e, per andar al di là del detto che ‘l’apparenza inganna’, proprio d’inganni e scherzi, per lo più perfidi, questa è avviluppata. “Vi si racconta di una società, che vive sotto l’occhio della Corte, dove il dileggio reciproco dei componenti della comunità fa da quotidiano passatempo: la protervia della condizione di nascita e dello svolgersi dei fatti della vita d’ognuno la farà da presupposto dominante. “Un ventaglio di più svariata umanità la farà da protagonista: il bonario benestante, il meschino geloso, lo scaltro pedante, il servo scimunito, il pavido baciapile, l’ampolloso bottegaio, l’antipatico saccente. Ma su tutti trionferanno le donne, le qua raccontate Comari, che, con furbizia e lungimirante intelligenza, collocheranno, in maniera indolore per la comunità, la parola fine alla vicenda. “Quindi amori e amanti, guasconi maldestri e burocrati vacui, mariti gelosi e golosi mercanti, mercenari allettanti e infingardi, ci racconteranno la storia che, come nelle migliori tradizioni teatrali, verrà in alcune parti rafforzata dalla partitura musicale, sottolineando di volta in volta momenti comici, grotteschi, romantici. “Rispettando appieno la struttura voluta e pensata da Shakespeare, proponendo allo spettatore, in luogo dei cinque atti, i più canonici e moderni ‘due più intervallo’, si lascerà indubbia la correlazione ai nostri tempi e alle nostre vicende sociali, sottolineando qua e là lo scherzo, acre e cattivo, denominante una società che pedissequamente ripete i suoi stilemi nei confronti di chi viene considerato un diverso, sia per aspetto sia per attitudini o usi. […]” (dalle note di regia di Fabio Grossi)
(07 febbraio 2012)