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Odisseo

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Sabato 14 (ore 20:45) e domenica 15 gennaio (ore 19), da Scenario Pubblico a Catania, in scena creazione per otto danzatori e un soprano, con la Compagnia Zappalà Danza

Sabato 14 (ore 20:45) e domenica 15 gennaio (ore 19), da Scenario Pubblico a Catania, andrà in scena la Compagnia Zappala danza con lo spettacolo Odisseo. Il naufragio dell'accoglienza,  4° tappa dal progetto re-mapping sicily, e creazione per otto danzatori e un soprano.  

La coreografia e la regia sono di Roberto Zappalà. Le musiche sono di: G. Bryars, P.Castrogiovanni, G. Mahler, A.Meeropol, C. Porter, M. Herbert, G. Prokofieff, E. Satie, W.A. Mozart, G. Rossini, C.Chaplin, G&I Gershwin, J. Dowland. I danzatori sono: Adriano Coletta, Lorenza Di Calogero, Samantha Franchini, Rumiko Otsuka, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania, Antoine Roux-Briffaud. Il soprano Marianna Cappellani. La voce è di Franco Battiato per le letture di Lucrezio, Plutarco.

E' una coproduzione compagnia zappalà danza , Scenario Pubblico performing arts, in collaborazione con Teatro Stabile di Catania, Artez Arnhem (NL), Ame Associazione Musicale Etnea, uva grapes Catania contemporary Network.

Re-mapping sicily, il progetto di Roberto Zappalà, continua con “Odisseo”, un lavoro sull’emigrazione/immigrazione e sul rapporto che i bianchi/occidentali hanno nei confronti del popolo migrante. Sia il viaggio di Ulisse che molte delle tragiche odissee del tempo presente si dislocano entrambi nella stessa mappa: il mediterraneo. Mediterraneo che vede la Sicilia al suo centro, e sempre la Sicilia è stata tra la massime produttrici di “materiale umano da esportazione” tra ‘800 e ‘900. Odisseo/Ulisse era un migrante? Un migrante di oggi è il nuovo Ulisse? Con tutte le ovvie differenze, Ulisse è stato di sicuro, nel suo interminabile nostos, uno straniero che si doveva confrontare con l’etica dell’accoglienza. Era l’altro. E l’incontro/scontro con l’altro è la vera sfida del XXI secolo; perché l’altro, come dice Ryszard Kapuscinski, è “lo specchio nel quale ci guardiamo, o nel quale veniamo guardati: uno specchio che ci smaschera e ci denuda e del quale facciamo volentieri a meno”, e anche perché “tutti noi, abitanti del nostro pianeta,siamo altri rispetto ad altri.” Con Odisseo (iI naufragio dell’accoglienza) si cerca di ritrovare il cuore di un mondo e di un’avventura, che secondo Perec scaturisce dall’incontro di due parole: erranza e speranza.

Info: info@scenariopubblico.com

(14 gennaio 2012)

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