Giovedì 23 giugno alle 17:30, all'Accademia di Belle Arti di Catania (via Vanasco, 9 – Aula magna), sarà presentato il libro
Il Teatro del Molo 2 / Diario di bordo Laboratori e studi drammatici di Gioacchino Palumbo, edizioni Bonanno (secondo volume).
Presenteranno il libro: Carmelo Nicosia, direttore della Accademia di Belle Arti di Catania; Giovanna Giordano, scrittrice – docente di Estetica; Giuseppe Condorelli, critico teatrale; Gioacchino Palumbo, autore – regista. Le testimonianze e letture drammatizzate sono di Donatella Finocchiaro e Amalia Contarini, attrici ed ex allieve e interpreti di spettacoli del Molo 2.
Il libro documenta e racconta i laboratori e gli studi drammatici del Teatro Molo 2 e fa parte di un più ampio progetto editoriale, composto da due volumi. Questo secondo volume raccoglie riflessioni, appunti di regia, note di drammaturgia, racconti e testimonianze su una ininterrotta attività di produzione e di ricerca sull’ arte drammatica e i suoi sconfinamenti fecondi in territori e ambiti che le sono vicini e nei quali trarre nuovi impulsi. Il progetto editoriale di Gioacchino Palumbo comprende anche interventi e testimonianze di Franco Battiato (musicista), Sara Cabibbo (Università di Roma III), Giovanni Calcagno (attore), Juri Camisasca (musicista), Antonio Coco ( Università di Catania), Giuseppe Condorelli (critico teatrale), Elena De Luca (Accademia di Belle Arti di Catania), Donatella Finocchiaro ( attrice), Riccardo Mondo (psicologo), Galatea Ranzi ( attrice), Pina Salomone(psichiatra), Sergio Sciacca (critico teatrale).
Il primo volume, dedicato agli spettacoli, alle performance e ai film del Teatro del Molo 2 ( Il Teatro del Molo 2- Diario di bordo- spettacoli performance film ), è nelle librerie dal dicembre 2010, ed è stato presentato alla Università di Catania, Facoltà di Lettere, da Franco Battiato, Antonio Di Grado, Enrico Iachello, Fernando Gioviale, con letture di Giovanni Calcagno e Donatella Finocchiaro.
“Un testo è come un territorio, una città, una foresta, un isola da esplorare. Lavorare su un testo ti dà una conoscenza di quelle pagine che nessuno studio teorico ti può dare. Chi ha fatto un’ esperienza autentica di pratica teatrale, di messa in scena o di laboratorio, sa che è così”.
(23 giugno 2011)