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La Fionda

Da mercoledì 25 maggio (ore 20:45), al Teatro Machiavelli di Palazzo Sangiuliano, in scena l'opera di Nikolaj Koljada. Fino al 3 giugno, ingresso libero
Foto di Antonio Caia

La fionda, opera del drammaturgo contemporaneo Nikolaj Koljada, sarà di scena a Catania al Teatro Machiavelli (Palazzo Sangiuliano, piazza Università 16) da mercoledì 25 a domenica 29 maggio e da martedì 31 maggio a venerdì 3 giugno (ore 20:45). Organizzato dall'associazione di promozione sociale Ingresso Libero, dalla facoltà di Lettere e Filosofia e dall'Università di Catania, con la collaborazione di Centro culturale mobilità delle arti, lo spettacolo racconta la vicenda di un uomo, preda della sofferenza e vittima delle sue paure, che trasforma la propria vita in un inferno.

Un testo della fine degli anni Ottanta del secolo scorso, scritto da uno dei drammaturghi contemporanei più rappresentati in Russia. Padre indiscusso della moderna drammaturgia russa, Nikolaj Koljada ha scritto oltre 90 commedie e il suo lavoro, tradotto in 20 lingue, ha influenzato notevolmente la crescita e lo sviluppo del teatro russo. Anche se quasi del tutto sconosciuto in Italia, Koljada è considerato nel teatro russo contemporaneo il "Cechov del XX secolo" e il "Tennessee Williams russo".

Sogno e realtà si mescolano in un gioco continuo e inestricabile. Perfino l’incontro con l’altro sembra assumere spesso i contorni di uno sdoppiamento, in un estremo delirio di solitudine. Il’ja, trentenne, vive solo in uno squallido appartamento alla periferia di una metropoli sovietica. A vent’anni ha perso le gambe in un incidente sul lavoro e ora è in sedia a rotelle e consuma la sua vita chiedendo l’elemosina per la strada, sempre ubriaco.
Anton, diciottenne, lo salva una sera dall’impatto mortale con un camion e lo riporta a casa. Nasce fra i due un’amicizia profonda. Larisa, giovane vicina di casa, fa la corte a Il’ja, dice di essere innamorata di lui, vorrebbe farsi sposare. Ma lui non vuole, credendo che la donna sia interessata solo al suo appartamento. La frequentazione con Anton sembra invece far rinascere Il’ja, che progressivamente abbandona l’alcool e l’idea fissa del suicidio.
Tutto sembra procedere bene quando Anton, profondamente turbato da un episodio che lo tormenta, comincia a diventare violento con l’amico fino a decidere di interrompere per sempre il rapporto con lui. Il’ja allora sparisce: “Al diavolo, ecco dov’è!” risponde Larisa ad Anton, tornato dopo mesi a cercarlo. E aggiunge “È partito! Una passeggiata fuori città, verso nord!” e poi “È crepato, capito? Era alcolizzato, ne ha bevuto uno di troppo e si è buttato dalla finestra!”. Quale sarà la realtà? 

Firma la regia dello spettacolo, con Fabio Balasso, Denis Boichuk, Liborio Natali, Pamela Toscano, Salvo Piro (musiche di Der String mit O), traduzione di Collettivo TSO, consulente musicale: Riccardo Insolia). I costumi sono di Cicci Auteri, le luci di Antonio Paperino. Direttore di scena è Angelo Gullotta, responsabile tecnico, Alessandro Alì, assistente alla regia, Carmelo Motta.

Posti limitati. Per informazioni e prenotazioni: info@ingressolibero.eu oppure tel. 346 74 72 779.

(25 maggio 2011)

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