Sabato 21 maggio alle 19, negli spazi espositivi della Galleria La Vite (via Vittorio Emanuele II, n. 108) sarà inaugurata la collettiva L’unico tratto, a cura di Piero Zuccaro. La mostra, organizzata in collaborazione con la Galleria Lo Magno, resterà aperta fino al 18 giugno.
La mostra, già allestita dal 12 dicembre al 23 gennaio scorso presso la Galleria Lo Magno di Modica (Rg), ripropone con alcune significative variazioni le opere di otto giovani artisti catanesi: Maria Buemi, Bruna Caniglia, Carlo e Fabio Ingrassia, Andrea e Marco (Gue’) Mangione, Cetty Previtera e Stefano Vespo.
Si tratta di otto artisti, diversi per formazione, stile e percorsi di ricerca, ma accomunati da quello che Zuccaro, nel testo in catalogo, definisce «una volontà forte del fare», «un fare vero e concreto, privo di barocchismi di idee e parole». Maria Buemi indaga lo spazio, la luce e la sua reazione fisica sulla materia pittorica. La sua pittura ha una matrice figurativa ma attraverso uno sguardo analitico giunge a un’astrazione del visibile. Bruna Caniglia si concentra, invece, nello studio della sua immagine rispecchiata. S’ispira ad artisti che hanno fatto del loro corpo il proprio soggetto d’indagine e di espressione, come Andy Warhol o Urs Luthi. I suoi autoritratti su fondo scuro, fra natura e artificio, esplorano il disagio dell’essere. I gemelli Carlo e Fabio Ingrassia lavorano insieme, l’uno costruendo e l’altro decostruendo, fino a che l’opera non raggiunge un suo equilibrio. Nei loro “lavori sensibili” studiano lo scorrere del tempo, che porta con sé il rumore di tanti linguaggi, pensieri, ricordi, sensazioni. Andrea Mangione mette al centro della sua opera elementi urbani, scritte o immagini da cartelloni pubblicitari che, inquadrando l’immagine, definiscono lo spazio pittorico e svelano l’artificio della visione. Marco (Gue’) Mangione ha guardato all’insegnamento della pop art, all’arte di strada, al mondo del fumetto e dei cartoni animati. Analizza i processi che creano un personaggio e ne fanno un’icona visiva, riproducibile e riconoscibile. Il rigore compositivo, la pittura distillata, e l’ironia del messaggio sono i tratti distintivi della sua opera. Cetty Previtera lavora “ascoltando” l’opera. Per lei non esiste un procedere unico, ma una tecnica sempre in mutazione. I suoi quadri si caratterizzano per gli impasti cromatici, le tonalità di bruni date quasi a velature, e la presenza di piccoli grumi di materia di colore vibrante. Stefano Vespo dipinge l’uomo immerso nella sua quotidianità e nel suo spazio vitale, raggiungendo una perfetta sintesi tra figura e sfondo, con la sua geometria di piani e l’architettura intorno alla figura.
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(21 maggio 2011)