Martedì 10 maggio alle 20.45, al Teatro Vittorio Emanuele di Noto, per la prima volta in Sicilia, andranno in scena gli artisti che hanno partecipato al progetto europeo "Focus on Art and Science in the Performing Arts". Tra questi saranno presentati in un unica serata il danzatore e coreografo siciliano Vincenzo Carta con Gnosis e per la prima volta in Sicilia, per una data unica, la Compagnia Muta Imago con La Rabbia Rossa.
Gnosis - Interpreti : Vincenzo Carta e Ongakuaw. Il corpo come strumento di conoscenza ed in particolare, la relazione che intercorre tra movimento, percezione e stati emotivi sono il tema centrale della ricerca coreografica di Vincenzo Carta. Per questa nuova creazione Carta collabora con Andrea Ferrara in arte Ongakuaw, il quale parallelamente alla sua attività scientifica si occupa di musica elettronica ed ha sviluppato composizioni digitali usando il corpo come strumento biotico. Un sistema di elettrodi EEG posizionato sulla testa dei danzatori, ne monitora le onde celebrali in tempo reale. Queste informazioni sono trasferite a delle interfacce hardware che sono in grado di decodificare numerosi aspetti dell'attività cerebrale. Come strategia compositiva, si è deciso di limitare il campo investigativo ai quattro principali stati emotivi: meditation, frustration, engagement, instant exitment convertendo queste informazioni in suoni. Un suono digitale è abbinato a ciascuno dei quattro danzatori che ne modificano i parametri attraverso le proprie emozioni. Se da un lato, il feedback delle macchine, rende possibile l'analisi degli stati emotivi, dall'altro, facendo un lavoro cosciente sulle proprie emozioni, i danzatori anno il pieno controllo su tutti gli aspetti della performance, determinando la composizione coreografica e la musica con la sola forza del pensiero.
La Rabbia Rossa - Interpreti: Chiara Caimmi, Fabiana Gabanini ,Valia La Rocca, Cristina Rocchetti. "Una volta tutto mi cresceva intorno. Ho visto questa spiaggia brulicare di uomini, donne e bambini. Laggiù, al largo, si vedevano sempre navi su navi che passavano e ripassavano. C'erano migliaia di persone, milioni. Strade, cibo, case di pietra. E io abitavo lì." Displace è il senso che ci governa in questo momento particolare delle nostre vite. È la polvere che ci circonda e si deposita, piano, su tutto, impedendoci di capire cosa abbiamo davvero e cosa ormai abbiamo perso. È la casa che non abbiamo più, o forse quella che non abbiamo mai avuto. Il movimento e il cambiamento costante che caratterizza le nostre vite. È la corsa di un'intera civiltà, la nostra, verso la propria inesorabile fine; è il nostro tentativo di ricollocamento di fronte a questo collasso, a questo scivolamento. È il termine utilizzato in inglese per indicare i rifugiati che vengono "spostati", sistemati più o meno coercitivamente in un luogo diverso da quello di origine: immigrati, esuli, clandestini. È la storia di una nazione intera vista attraverso gli occhi di una persona sola.
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(09 maggio 2011)