Andrà in scena fino a domenica 8 maggio, al Teatro Stabile di Catania, il capolavoro del teatro di Samuel Beckett, Finale di partita. La regia è di Massimo Castri. Interpretano: Vittorio Franceschi, Milutin Dapcevic, Diana Hobel, Antonio Giuseppe Peligra. E' una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma e Teatro Metastasio Stabile della Toscana.
Finale di partita, capolavoro del teatro di Samuel Beckett, deriva il titolo da una mossa del gioco degli scacchi. L'analogia tra il contenuto del testo e il gioco è stata espressa dallo stesso autore, che ne era un appassionato giocatore. Personaggi in scena Hamm, cieco e condannato a trascorrere i suoi giorni su una sedia a rotelle e Clov, il suo servo. I due vivono un rapporto conflittuale, in cui si consumano continui litigi, ma anche una reciproca dipendenza. Clov vive nell’eterna tentazione di andarsene, ma pare non esserne capace. L’incalzante botta e risposta tra l’anziano Hamm e il suo servitore, che costituisce l'ordito più evidente della trama del testo, sembra un infinito alternarsi di mossa e contromossa scacchistica. Lo stesso Beckett, nel corso di alcune prove dello spettacolo allo Schiller Theater di Berlino, spiegò: «Hamm è il re in questa partita a scacchi persa fin dall'inizio. Nel finale fa delle mosse senza senso che soltanto un cattivo giocatore farebbe. Un bravo giocatore avrebbe già rinunciato da tempo. Sta soltanto cercando di rinviare la fine inevitabile». Se in Aspettando Godot si riesce ad intravedere un’ambientazione quasi realistica – un albero, una strada di campagna – Finale di partita si svolge in uno scenario che oggi potremmo definire post-atomico: tutto lascia presagire che sia avvenuta una catastrofe che ha cancellato pressoché ogni traccia di vita sulla terra. Fra i grandi testi di Samuel Beckett, Finale di partita è forse il più duro e spietato. Certo il più difficile da portare sulla scena.
(27 aprile 2011)