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Il Timballo del Gattopardo

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Venerdì 15 (ore 21), sabato 16 (ore 21) e domenica 17 aprile (ore 17:30), al Teatro Vitaliano Brancati di Catania, in scena evento teatrale in cui si fondono letteratura e gastronomia siciliane

Venerdì 15 (ore 21), sabato 16 (ore 21) e domenica 17 aprile (ore 17:30),  al Teatro Vitaliano Brancati di Catania, andrà in scena Il Timballo del Gattopardo.

Nato da un' idea di Carlo Cartier lo spettacolo, scritto da Rosario Galli e diretto da Giancarlo Sammartano, ha debuttato la scorsa estate a Taoarte; si tratta di un evento particolare e del tutto originale: letteratura e gastronomia siciliane si uniscono in una storia dalle tinte noir con incursioni ironiche e divertenti a causa della diversità dei due protagonisti, due chef di grande fama impegnati nella preparazione di un banchetto funebre in onore di una famosa Baronessa, interpretati da Carlo Cartier e Carmelo Chiaramonte. Un attore con la passione per la cucina e uno chef con la passione per il teatro, che si muovono sulla scenografia firmata da Antonello Geleng.

Particolarità nella particolarità, durante lo spettacolo alcune delle specialità del banchetto saranno realmente realizzate da Carmelo Chiaramonte, stella montante della ristorazione nazionale, chef irrequieto, creativo e fantasioso, alla perenne ricerca di antiche ricette andate perdute e soprattutto di profumi, odori e sensazioni che prima del palato raggiungano l’olfatto, che prima che allo stomaco arrivino al cervello.

A beneficiare della sua opera, saranno proprio gli stessi spettatori, che alla fine di ogni replica potranno gustare la prelibata cucina siciliana. La presenza di Carmelo Chiaramonte aggiunge quindi una nota di realismo alla rappresentazione, permettendo al pubblico di gustare dal vivo i sapori e i profumi autentici della Sicilia. Due chef in scena; due alchimisti alle prese con la gastronomia e la cultura Siciliane; ricette che si fondono con le pagine della letteratura; poesia del cibo e dell'anima; antiche tradizioni e pagine antiche. Per entrambi il cibo è espressione di sentimenti con cui si può sedurre, ammaliare, raccontare, attraverso il potere evocativo di spezie e aromi, accostamenti audaci di colori e profumi. Tra cibo e parola esiste una stretta relazione: la descrizione di un piatto può generare lo stesso incanto della narrazione di una fiaba, trascende la materia per toccare la fantasia.

Così la preparazione del banchetto funebre va avanti tra discussioni e litigi, in una miscela esplosiva di scontri verbali dagli esiti a volte comici a volte drammatici, ma sempre di alto livello gastronomico. Comico, tragico, grottesco? Il Timballo del Gattopardo è, come la fragrante materia che evoca, una dorata crosta in cui convivono molti e diversi elementi, materie della natura orchestrate dall'uomo. Attraverso le loro dispute , le loro apparenti differenti culture e filosofie, e le due visioni del mondo ,non solo culinario, i due protagonisti raccontano la Sicilia e le sue origini gastronomiche, da Archestrato di Gela, capostipite dei cuochi poeti e filosofi, fino a Brancati e Camilleri, passando per l’Abate Meli, Verga, De Roberto, Tomasi di Lampedusa e Vittorini. Con un fondo comune a entrambi: i colori, i sapori, gli odori, i suoni, le delicatezze e le asperità della loro Sicilia.

(15 aprile 2011)

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