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Il trauma della modernità. La Grande Guerra e le nevrosi dei combattenti

Lunedì 18 aprile alle 16:30 (aula 1, Villa Cerami), s'inaugura il ciclo di seminari I lunedì di Giurisprudenza

Lunedì 18 aprile alle 16:30, nell'aula 1 di Villa Cerami, si apre il ciclo "I lunedì di Giurisprudenza". A inaugurare il ciclo sarà il prof. Francesco Migliorino, docente di Storia del diritto medievale e moderno con il seminario dal titolo Il trauma della modernità. La Grande Guerra e le nevrosi dei combattenti.

Il seminario si propone di dare voce ai protagonisti della tragica storia della Prima guerra mondiale. I referti posati e pensati degli scienziati, nelle riviste. Le paure dei ricoverati, nelle loro scritture. Le strategie di difesa dei familiari lontani. I diari clinici dei precipizi giornalieri della mente.

La Grande Guerra è stata la prima vera organizzazione industriale della morte. Ha lasciato dietro di sé uno smisurato corteo di cifre. Un lungo, lunghissimo elenco di morti ammazzati, fra le anguste pareti delle trincee, sotto i colpi dell’artiglieria, o nei furibondi assalti in campo aperto, con i ginocchi sprofondati nel fango e le baionette allungate a cercare la morte di un altro. Un sinistro presagio di nuove catastrofi, la violenza di un secolo che, nelle tempeste d’acciaio, celebrava la sua più autentica epifania.
Sessantacinque milioni di uomini mobilitati, nove milioni di caduti. In tutta Europa. Una vera ecatombe. E poi: sofferenze psichiche oltre ogni previsione. In Inghilterra 80.000 ricoveri per cause nervose e mentali. In Germania, più di 300.000 nevrotici accolti negli ospedali da campo. In Italia, almeno 40.000 soldati inviati in osservazione psichiatrica. Con le stesse parole usate da un ufficiale medico inglese, si potrebbe definire: «una vera guerra dei nervi».
Per Walter Benjamin, «una generazione che era andata a scuola col tram a cavalli, si trovava, sotto il cielo aperto, in un paesaggio in cui nulla era rimasto immutato fuorché le nuvole, e sotto di esse, in un campo magnetico di correnti ed esplosioni micidiali, il minuto e fragile corpo dell’uomo».
Grazie agli stenti umidi della trincea e al furore abbagliante delle granate, fa la sua apparizione una nuova malattia mentale: la sindrome da stress post traumatico (shellshock). L’artificio si fa natura e cambia il mondo mentale di centinaia di migliaia di fanti ammutoliti e allucinati.

(18 aprile 2011)

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