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L’altro figlio

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Sabato 26 marzo alle 21, al Teatro Vitaliano Brancati di Catania, in scena spettacolo di teatro-danza tratto dalla novella di Luigi Pirandello

Sabato 26 marzo alle 21, al Teatro Vitaliano Brancati di Catania (via sabotino, 4), l' Associazione Città Teatro presenta lo spettacolo di teatro-danza L’altro figlio, atto unico di Luigi Pirandello, per la regia di Orazio Torrisi e le coreografie Silvana Lo Giudice.

Protagonisti sulla scena Debora Bernardi, Salvo Piro, Valentina Ferrante, Giovanni Santangelo ed il corpo di ballo di Città Teatro Danza ( Liliana Gaglio, Claudio Licciardi, Olga Nicoloso, Anna Occhipinti, Antonella Squillaci, Giorgia Torrisi, Silvia Torrisi). Tratto dalla novella omonima, scritta e pubblicata nel 1905, Pirandello scrisse questo atto unico nel 1923, anno in cui, fu data anche la prima rappresentazione al Teatro Nazionale di Roma.

“L’altro figlio” rappresenta un caso un po’ a sé nell’evoluzione della drammaturgia pirandelliana risentendo in modo diretto dell’impianto novellistico, in cui l’influsso verista è estremamente evidente: la madre – che rifiuta il figlio naturale a seguito di uno stupro – è un personaggio vicino a molte protagoniste della produzione verghiana e l’ambiente tende a identificarsi in modo chiaro e preciso con quello di un paese siciliano. È tuttavia presente un elemento che accosta L’altro figlio al maggiore teatro pirandelliano: l’incapacità della protagonista di riconciliarsi con la realtà. I figli che l’hanno abbandonata e non si curano di lei, sono i figli “veri”, mentre quello presente, che vorrebbe curarla e accudirla, è “falso”. La fuga dalla realtà, allora, si traduce in un dramma senza soluzione.

Attorno alle storie dei tre personaggi principali, stimolati dall’analista Pirandello/Medico – autentico Hinkfuss manovratore di tutte le azioni - si muovono i ballerini che con il loro linguaggio corporeo tendono a sottolineare le sensazioni più viscerali e le emozioni più interiorizzate insite nella pagina scritta e rese con strumenti diversi dal linguaggio verbale degli attori. Il tutto sotto il volo solenne di un corvo nero, da sempre segno di malaugurio e di tragedia, ma in questo caso simbolo della poesia che tocca l’animo, così come ci è capitato leggendo alcune pagine della novella pirandelliana, con la non tanto recondita aspirazione di farlo volare anche sugli spettatori. Le scene e i costumi sono di Giuseppe Andolfo, le musiche di Aubry e Nyman. Le foto di scena di Giuseppe Messina.

Info: tel. 095.530153

(26 marzo 2011)

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