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Pacamambo

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Venerdì 25 marzo alle 21, al Centro Zò di Catania, in scena la compagnia Statale 114, per la rassegna “Face à Face - Parole di Francia per scene d’Italia”

Venerdì 25 marzo alle 21, al Centro Zò di Catania, andrà in scena la compagnia Statale 114, con lo spettacolo Pacamambo di Wajdi Mouawad, per la rassegna “Face à Face - Parole di Francia per scene d’Italia”, promossa dall’Ambasciata di Francia e dalla Fondazione Nuovi Mecenati.  La regia è di Salvo Gennuso. Interpretano: Salvo Di Natale, Valeria Iacono e Laura Zerbini.

Giunto alla quinta edizione, "Face à face" è un percorso nella drammaturgia contemporanea francese che coinvolge 13 città e 25 teatri con 40 letture, mise en espace e spettacoli sui testi di 24 autori. Statale 114, che replicherà lo spettacolo a Pantelleria il 1 Aprile, è la prima compagnia della Sicilia orientale ad essere stata scelta nel programma promosso dall'ufficio culturale dell’ambasciata, e premia il lavoro che conduce da anni sulla nuova drammaturgia europea, con una scuola-laboratorio per allievi attori e traduttori unica nel suo genere.

"Pacamambo" è frutto della collaborazione tra Statale 114 con il Laboratorio TradurrePerlaScena della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania che, con la direzione scientifica di Cetty Rizzo e quella artistica di Salvo Gennuso, si occupa della ricerca, traduzione, e messa in scena di testi di autori contemporanei francesi non ancora conosciuti in Italia. Gli allievi si cimentano nello studio dei testi prescelti e conducono un percorso che li porta alla laurea con una tesi di traduzione. I lavori migliori sono in corso di pubblicazione presso la casa editrice Bonanno, che ha creato una collana dedicata alla nuova drammaturgia, e si avvale di un comitato scientifico di prestigio del quale fanno parte, fra l’altro, Jean-Paul Manganaro, Giuseppe Liotta, Anna D’Elia, Ferdinando Gioviale.

Questo spettacolo è la quinta realizzazione di un percorso di ricerca che ha portato in scena: tre testi di Josè Pliya (“Il complesso di Thenardier”, “Parabola” e “Gli scassinatori”); “La fanciulla, il diavolo e il Mulino” di Oliver Py (direttore dell'Odeon di Parigi); ultimo in ordine di tempo “Vita e morte di Pier Paolo Pasolini” di Michel Azama, del quale si profilano delle repliche in Francia.

"Pacamambo" è una favola che si costruisce nel corpo degli attori, in un processo che mette il pubblico al centro dell’azione e che fa del teatro un enorme spazio in cui si gioca. La traduzione di Laura Zerbini è stata oggetto della sua tesi di laurea. Julie è una bambina che si segrega a casa con il cadavere della nonna perché non accetta che sia morta. Nel suo mondo gli eventi subiscono una personificazione e la Morte diventa un essere - come il cane e la scopa - che Julie decide di affrontare incontrandola. Per questa ragione si rinchiude in cantina con il cadavere, rifiutando la luce del giorno e cercando riparo nella notte, dominio del sogno. Mentre il giorno fa paura perché è ricetto della Morte, nella notte diventa vero e reale Pacamambo, luogo di tutte le luci e storia che si racconta ai bambini per farli addormentare, che costruisce immagini di un mondo dove le differenze sono abolite, e gli uomini vivono fuggendo la diversità legata alla razza, al colore, alla ricchezza. Questa favola confina con il panorama dell’arte, perché è il racconto che ne rivela i confini di bellezza. Julie è come Van Gogh, una realtà incomprensibile ai suoi contemporanei, perché rivela una verità inudibile. Il suo viaggio comincia dove finisce la storia degli uomini e, forse, anche la sua storia personale.

Wajdi Mouawad è il drammaturgo di lingua francese rivelazione degli ultimi anni. Con la sua trilogia sulla guerra, l’esilio e l’identità ha creato un teatro universale che risuona come un’odissea del tempo presente che ci trascina alle stesse fonti dell’esistenza, parola che in arabo si dice Wajdi. Nella rassegna 2011 di Face a face è presente anche con due messe in scena di “Incendi” testo da cui è stato girato il film “La Donna che canta”.

La compagnia Statale 114 porta avanti un percorso di ricerca sul linguaggio della creazione artistica e sulla nuova drammaturgia, affrontando testi e temi che trovano eco nelle migliori esperienze del teatro europeo. Cura il festival d’arti contemporanee "DamMusa" a Pantelleria per il quale ha aperto una collaborazione, oltre alla già citata Ambasciata di Francia, con il Parco della musica – Auditorium di Roma; collabora dal 2010 con il Centro Zo di Catania per la rassegna “AltreScene”, ed è promotrice di un circuito teatrale di innovazione, assieme a numerose compagnie e teatri siciliani. Per il 2012 valuta l’invito ad una residenza artistica in Francia, grazie al suo lavoro sugli autori francofoni e alla qualità delle proprie messe in scena.

(25 marzo 2011)

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