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L'Ebreo

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Mercoledì 2 marzo alle 20:45, al Teatro Vittorio Emanuele di Noto, in scena Ornella Muti, per la Stagione 2010 2011 "I Grandi Classici"

Mercoledì 2 marzo alle 20:45, al Teatro Vittorio Emanuele di Noto, per la Stagione 2010 2011 "I Grandi Classici", andrà in scena lo spettacolo L'Ebreo di Gianni Clementi. Interpreta Ornella Muti. La regia è di Enrico Maria Lamanna. E' una produzione Mithos group. Il testo è vincitore del premio SIAE / ETI / AGIS - I° edizione 2007.  

Il testo è una tragicommedia in vernacolo romanesco, Clementi si è ispirato a un trafiletto trovato su un giornale, per raccontare la storia di due poveracci. Ma è anche un testo che indaga le pieghe dell'anima e mette a fuoco il grado di aberrazione che un essere umano può raggiungere pur di non rinunciare ai privilegi acquisiti. Negli anni '40, con l'entrata in vigore delle leggi sulla discriminazione razziale emanate dal regime fascista, molti ebrei, presagendo un destino incerto, avevano pensato di mettere al riparo i loro beni da presumibili espropri, intestando le proprietà a prestanome fidati di razza ariana. Marcello Consalvi, al tempo oscuro ragioniere, è uno dei fortunati beneficiari; il suo Padrone, infatti, gli ha intestato tutte le proprietà. Insieme alla moglie Immacolata è entrato in possesso di un palazzo e di alcuni negozi, di cui si gode i frutti dalla tragica retata del 1943 nel ghetto di Roma. La ricca coppia, che vive ormai negli agi e in uno splendido appartamento, vede la propria esistenza borghese improvvisamente minacciata da un evento tanto temuto quanto atteso: qualcuno, tredici anni dopo, bussa alla loro porta, forse per reclamare beni e proprietà, e solo allora i due si ritrovano di fronte alla parte oscura del proprio animo. Decidono, così, di non aprire, barricarsi in casa e prendere tempo per trovare una soluzione che consenta loro di non perdere tutto e tornare all'ormai dimenticata vita grama. Immacolata - a suo tempo una povera sguattera senza più sogni che ogni giorno faticava duro per sopravvivere - crolla, i sensi di colpa esplodono, e subentra la paura, il terrore che fa emergere tutta la sua meschinità, ma, in fondo, anche la tenerezza dei diseredati. Da quel momento i colpi di scena si succedono fino ad un finale degno di un vero noir cinematografico.

Info: tel +39.0931.896659 - fax +39.0931.896661 - info@fondazioneteatrodinoto.it

(02 marzo 2011)

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