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Come Orlando e Rinaldo acquistarono le armi

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Sabato 19 e domenica 20 febbraio alle 18, alla Sala Lomax di Catania, riparte la rassegna di opera dei pupi di scuola catanese "All'Opira Anno III"
La locandina

Sabato 19 e domenica 20 febbraio alle 18, alla Sala Lomax  di Catania (via Fornai, 4), parte la terza edizione di All'Opira Anno III , rassegna di opera dei pupi di scuola catanese con la Marionettistica dei fratelli Napoli.

Come per le precedenti edizioni la rassegna ha un tema di fondo; sono programmate infatti, in cinque appuntamenti, alcune tra le più esemplari “serate di chiamo” dell'opera dei pupi, con la dichiarata intenzione di far riassaporare il clima avvincente dei cicli ad episodi del tempo dei teatri di quartiere; durante una serata di "chiamo” si svolgevano gli episodi più importanti dal punto di vista narrativo e tecnico dell'intero ciclo. La rassegna partirà da Come Orlando e Rinaldo acquistarono le armi, su di un copione elaborato da Alessandro e Fiorenzo Napoli sulla base dei canovacci di tradizione. La Marionettistica dei fratelli Napoli, pertanto, metterà in scena uno degli episodi più interessanti nella biografia leggendaria dei due paladini: il noviziato per conquistare le proprie armi. Scopo di All'Opira è l'offerta alla città sia di una forma di spettacolo, l'opera dei pupi, così autonoma da ogni altro genere e così radicata nella nostra antropologia, che della storicizzazione esemplare di un percorso artistico tutto svolto all'interno di questa forma teatrale, come quello della Marionettistica dei fratelli Napoli, glorioso ensemble artistico e familiare, vero e proprio Epos catanese. 

Come Orlando e Rinaldo acquistarono le armi - Copione elaborato da Alessandro e Fiorenzo Napoli sulla base dei canovacci di tradizione. Per il pubblico tradizionale dell’Opira catanese alcuni degli episodi più attesi delle puntate cicliche serali erano quelli in cui gli eroi più amati prendevano le armi, cioè indossavano per la prima volta la loro pregiata armatura dopo aver superato prove importanti o simbolici riti d’iniziazione. In questa serata si vedrà come acquistino le armi i cugini Orlando e Rinaldo, eroi protagonisti della Storia dei Paladini di Francia, che nei teatri di quartiere incarnavano due modelli diversi e complementari di lealtà ed eroismo cavalleresco. I saraceni di Almonte d’Asia hanno invaso la Calabria e col tradimento si sono impadroniti della città di Risa, cioè – secondo la toponomastica carolingia - Reggio Calabria. Per contrastare l’avanzata musulmana, Carlo Magno scende in Italia: gli eserciti cristiani sono guidati da Milone d’Anglante, padre di Orlando; Amone d’Ardenna, padre di Rinaldo; Ottone d’Inghilterra, padre di Astolfo. Mentre il valorosissimo Milone costringe Almonte ad attestarsi sulle montagne d’Aspromonte, Rinaldo da un lato e Orlando e Astolfo dall’altro, seppur giovinetti, scalpitano per indossare le armi e compiere grandi imprese al pari dei loro genitori.
Grazie ai buoni uffici del negromante Malagigi, Rinaldo acquisterà una prodigiosa armatura fabbricata per opera d’incanto dai demoni d’inferno e giurerà di compiere tutte le imprese che un (non troppo) misterioso mercante gli imporrà, fra le quali quella importantissima di vendicare l’onore dell’innocente madre Beatrice, calunniata dai soliti traditori magonzesi.
Orlando, dopo esser fuggito insieme ad Astolfo dal collegio d’arme grazie alle astuzie di Pep-pininu, giungerà in Aspromonte… ma non riuscirà a riabbracciare il padre Milone, perché questi è stato ucciso a tradimento da Almonte. Ma Orlando arriverà in tempo almeno per salvare la vita allo zio Carlo Magno e ucciderà proprio l’antieroe Almonte d’Asia. Indossate le pregiate armi del saraceno, Orlando sarà investito cavaliere e conte dallo zio Carlo: per volere dell’Onnipotente, da ora in poi si compirà il destino del paladino, difensore della fede cristiana e cavalier di Dio. Queste vicende risalgono ad antiche chansons de geste francesi, La Chanson d’Aspremont e il Renaut de Montauban. Attraverso molti cantàri italiani, i romanzi in prosa di Andrea da Barberino e due poemi in ottave, Le prime imprese di Orlando di Ludovico Dolce e il Rinaldo di Torquato Tasso, confluirono nel romanzo a dispense di Giusto Lodico e da lì nella messinscena dei pupari catanesi. Essi adattarono questi materiali narrativi dando grande spessore drammaturgico ai personaggi di Milone, Almonte e Rinaldo e inserendo nell’intreccio la maschera catanese di Peppininu. (Alessandro Napoli).

Info: tel. 095.28.6.28.12

(19 febbraio 2011)

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