Venerdì 18, sabato 19 (ore 21) e domenica 20 febbraio (ore 17:30), al Teatro ABC di Catania (via Sabotino, 4), per la stagione 2010/2011 del Teatro Vitaliano Brancati , sarà protagonista del palcoscenico Gianfranco Jannuzzo nel suo spettacolo di successo Girgenti amore mio.....
Un one man show , scritto a quattro mani dallo stesso Jannuzzo insieme ad Angelo Callipo e diretto da Pino Quartullo, che è il tentativo sincero e appassionato di dialogare con le proprie radici e, così facendo, restituirle agli altri. “Girgenti e la Sicilia intera -racconta Jannuzo- sono per me molto più che la terra della mia infanzia o il luogo di memorie mai sbiadite. Girgenti è lo scrigno magico in cui si condensano tutte le terre, in cui tesori d’ogni genere si accompagnano a profonde ferite, è quel groviglio di sentimenti e razionalità che accomuna ogni terra o, meglio, la terra che ogni uomo si porta dentro. Per ognuno di noi, inevitabilmente, gli spazi della propria terra coincidono con i confini della propria anima. Per questo – continua Jannuzzo - ho preferito Girgenti ad Agrigento. Girgenti è un nome che non c’è più di una città che invece c’è ancora e, dunque, molto più adatto a spiegare l’intensità della sua presenza dentro di me: Agrigento è un semplice punto tra le coordinate di una cartina geografica, Girgenti è l’incrocio obbligato per cui passa ogni mia emozione”.
Lo spettacolo esplora, scava, libera le mille contraddizioni che legano il protagonista alla sua città e a tutta l'isola: le lunghe file da bambino per poter attingere un po’ d’acqua in una Sicilia perennemente assetata; gli improbabili personaggi che con i loro tic, divertenti e amari insieme, sono a volte la cifra più caratteristica di questa terra; il Mediterraneo crocevia infinito di culture e lingue; la voglia ossessiva di scappare per diventare migliori in un qualsiasi altro punto del mondo, ma poi l’inesauribile necessità di ritornare; l’amore potente e assoluto per una terra che è anche donna e madre insieme. In “Girgenti amore mio...” Jannuzzo racconta la sua terra come mai prima aveva fatto, dando vita a personaggi e situazioni del tutto nuove e inedite, seguendo percorsi recitativi costruiti in modo completamente originale. Emozioni e memoria, meraviglia e stupore,come “stupor mundi” era chiamata la terra di Federico II, fuoco e acqua, lontananza e senso di appartenenza, opposti che sembrano inconciliabili,ma che, tra le latitudini dell’animo umano, si compongono in un inno d’amore, forte, diretto, immediato, come solo l’amore per la terra che ti ha partorito può essere.
Le scene sono di Salvo Manciagli, le musiche originali e arrangiamenti di Francesco Buzzurro, i costumi di Silvia Morucci.
Info: tel.095.530153
(18 febbraio 2011)