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Festa Nazionale Andos

Mercoledì 2 febbraio, a partire dalle 18, al Monastero dei Benedettini, torna a Catania la festa dell'associazione nazionale che riunisce le donne operate al seno
Il pieghevole Il programma

Torna a Catania, mercoledì 2 febbraio, la Festa Nazionale Andos, l'associazione nazionale che riunisce le donne operate al seno. La giornata, incentrata sul tema I canoni di bellezza: da Sant’Agata ai nostri giorni, e organizzata dal Comitato di Catania, si svolgerà nell'aula magna "Santo Mazzarino" del Monastero dei Benedettini, a partire dalle 18, e sarà condotta da Paola Saluzzi.

La festa di sant’Agata, che per la città di Catania rappresenta un evento atteso e ampiamente sentito da tutta la cittadinanza, è anche involontario simbolo di un martirio che oggi purtroppo colpisce un numero sempre più alto di donne: il tumore al seno. In questo percorso parallelo tra passato e presente, in cui ieri, una giovane donna subiva l’estirpazione delle mammelle, simbolo indiscusso della femminilità e della capacità di creare, e oggi sempre più donne sono costrette a scegliere di estirpare o intervenire con operazioni e terapie, sulla stessa mammella, simbolo della stessa femminilità, lega tutte le generazioni future e passate in un vincolo indissolubile, tanto che non solo le donne catanesi si possono riconoscere in Sant'Agata ma anche tutte le donne del mondo.

È il tumore maligno più comune nelle donne. Il numero di casi di carcinoma mammario è aumentato in modo significativo a partire dagli anni Settanta, con i cambiamenti dello stile di vita nel mondo occidentale. Dato che il tessuto della mammella è identico nella femmina e nel maschio, il carcinoma mammario può colpire anche quest'ultimo, sebbene sia alquanto raro. In Italia si registrano circa 40mila nuovi casi l’anno con una maggiore incidenza al Nord rispetto al Sud della penisola. Una donna su nove ogni anno riceve una diagnosi di tumore al seno, con un'indicenza in aumento ma un tasso di mortalità in progressiva diminuzione grazie alla diagnosi precoce e a terapie mirate. E la strategia attuale per l'ulteriore miglioramento della prognosi si basa su progetti volti a diagnosticare il tumore sempre più precocemente.

Oggi, la malattia, come tutte le altre forme di cancro, è considerata essere il risultato finale di numerosi fattori sia ambientali che ereditari: lesioni al dna, come le mutazioni genetiche (l'esposizione agli estrogeni è stata correlata sperimentalmente alle mutazioni che provocano il carcinoma mammario); il fallimento dell'immunosorveglianza che normalmente blocca i tumori maligni ad una fase precoce della loro storia naturale; difetti congeniti nei geni di riparo del dna, come BRCA1, BRCA2 e p53. Quest’ultimo dato spiega la presenza di diversi casi di carcinoma mammario che insorgono all’interno di una stessa famiglia. Il tumore mammario ereditario rappresenta il 10% di tutti i tumori della mammella.

Numerosi sono gli studi scientifici dedicati alla genetica del carcinoma mammario, al momento si conoscono due geni quali BRCA I e BRCA II responsabili di tumore della mammella e dell’ovaio. La ricerca scientifica per identificare altre anomalie genetiche prosegue a ritmo incalzante. Attualmente sono in fase di studio alcuni parametri come l’iperglicemia quale fattore predisponente l’insorgenza di un tumore mammario e di contro il ruolo che potrebbero avere gli ipoglicemizzanti orali. Altri fattori di rischio sono: l'essere di sesso femminile, una storia familiare di carcinoma mammario in parenti di 1° grado, stato sociale economico elevato; menarca precoce e menopausa tardiva; nulliparità, gravidanza in età avanzata; terapia ormonale sostitutiva; anamnesi personale di tumore della mammella; obesità; contraccettivi orali, storia familiare di un tumore mammario bilaterale, anamnesi personale di carcinoma ovarico o dell’endometrio, dieta ricca di grassi. Nonostante l'identificazione di svariati fattori di rischio epidemiologico, la causa dell'insorgenza del carcinoma mammario rimane sovente sconosciuta. In altri termini, la ricerca epidemiologica fornisce informazioni sulla diffusione e sull'incidenza della malattia in una data popolazione, ma non per un singolo individuo.

La prevenzione.
È raccomandato alle donne di acquisire familiarità con il proprio seno in modo da poter riconoscere in tempo eventuali cambiamenti. Nell’ambito della diffusione della cultura della prevenzione gli specialisti del settore “educano” la popolazione femminile alla salute. La prevenzione per i tumori della mammella è affidata a due esami diagnostici principali: la mammografia e l’ecografia quale esame complementare. Dopo i 40 è raccomandato il primo esame mammografico in donne asintomatiche e che non presentano familiarità per il carcinoma mammario. In quest’ultimo caso infatti si anticipa l’esame diagnostico ai 35 anni. L’esame ecografico completa lo studio delle mammelle in donne in premenopausa. È consigliato come primo esame nelle donne più giovani ( 25-39 anni).

L’esame mammografico andrebbe ripetuto un volta l’anno, la visita senologica con lo specialista ogni 6 mesi. Questo protocollo consente di identificare il tumore quando è ancora di piccole dimensioni, pertanto se adeguatamente e tempestivamente trattato, passibile di guarigione. Si stima che i tumori di dimensione inferiore al cm hanno una percentuale di guarigione pari all’90%. Quindi ben si intuisce l’importanza delle campagne di prevenzione, l’importanza della conoscenza da parte della donna del problema la diffusione capillare di centri adeguatamente attrezzati e con personale medico debitamente formato, dove le donne possano accedere alle metodologie diagnostiche e terapeutiche più avanzate per aumentare la percentuale di guarigione.

Il professore Umberto Veronesi porta avanti un progetto che si chiama "Mortalità zero" che mira a portare la percentuale di guarigione del tumore della mammella al 100% dei casi diagnosticati entro i prossimi 10 anni. Per arrivare a questo scopo occorrono campagne di prevenzione ancora più capillari su tutto il territorio, e soprattutto al Sud dove gli screening non raggiungono l’intera popolazione femminile e c’e purtroppo ancora tanta diffidenza e paura davanti alla parola cancro tanto da non affrontare i semplici controlli clinico-strumenali.

La giornata. Quest'anno l'Andos, oltre alle tematiche legate alla prevenzione, alla cura e alla guarigione delle donne che hanno subito un tumore al seno, ha deciso di creare un collegamento che prende avvio dall'immagine della donna e dei simboli della femminilità nell'arte sino ai giorni nostri. L'estetica del corpo femminile è soggetta a periodiche modifiche, vere e proprie mode e questo si evince già dalle immagini delle opere d'arte nei secoli. Oggi, con l'avvento della comunicazione di massa, queste mode sono ancora più veloci e tocca agli specialisti mediare le richieste delle pazienti e soprattutto offrire consigli e riflessioni. Bisogna evitare che le donne eseguano interventi eccessivi di cui potrebbero pentirsi o che potrebbero risultare poco gradevoli con l'aumentare dell'età. Va cercato un risultato assolutamente naturale che possa accompagnare la donna nel tempo e sia armonioso a vent'anni, quando si opera, e a quaranta quando lo sguardo su di sé si fa più maturo e non sempre indulgente. Ecco il motivo del connubio tra arte ed estetica: l’arte, in questo senso, ci può dare spunti interessanti.

L'introduzione della giornata sarà curata dalla dott.ssa Francesca Catalano che parlerà del ruolo dell'associazione in Italia e a Catania, in particolare. La prof.ssa Caterina Volpi, docente di Storia dell’arte all'Università “La Sapienza” di Roma, parlerà di "La femminilità e i suoi attributi: Sant’Agata e altre eroine nell’arte", mentre l’aspetto psicologico sarà spiegato dalla psicologa Maria Malucelli ("Con il corpo mi sento, con la mente mi comprendo: aspetti psicologici e percezione estetica nelle diverse età della vita"); infine, il parere dell’esperto è affidato al prof. Pietro Lorenzetti, chirurgo plastico del Villa Borghese Institute di Roma ("L'estetica intelligente").

L'associazione. L’Andos nasce nel 1976 a Trieste per iniziativa di un gruppo di donne affette da carcinoma della mammella che, insieme, condividevano il disagio fisico e psicologico che la malattia inevitabilmente provoca. Da allora in tutta Italia sono nati tantissimi comitati, 57 in tutta Italia. A Catania, sotto l’egida della Santa patrona, il comitato Andos è stato fondato nel febbraio 2004, quando fu consegnata la Candelora d’oro al presidente nazionale dell’associazione.

In sei anni di attività sono state portate avanti numerose iniziative: prima fra tutte l’organizzazione di una serie di attività ricreative per distrarre la mente della donna che ha subito l’evento "cancro" come l’arteterapia, la sound teraphy, la piscina riabilitativa, il ballo, il laboratorio teatrale. Inoltre l’Andos ogni anno offre campagne di educazione alla salute, di prevenzione su tutto il territorio, vicina anche a club come Lions, Fidapa, Rotary per diffondere in maniera capillare la cultura della prevenzione.

Nel 2009 il consiglio direttivo nazionale ha deliberato la festa nazionale dell’associazione. La sede prescelta per l’evento è stata la città di Catania, dove ogni anno, durante i festeggiamenti agatini si svolgerà la festa nazionale, per sottolineare il martirio che ogni donna, come la Santa patrona, subisce nel fisico e nel cuore quando s’imbatte nel tumore mammario.

Una diagnosi di tumore spaventa chiunque, indipendentemente dal ruolo che viene da ciascuno svolto nella società: conoscere l’importanza di un consulto specialistico, di un esame mammografico effettuato in salute e, conoscere soprattutto l’importanza di una diagnosi precoce è alla base del volontariato Andos.

(02 febbraio 2011)

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