Sabato 11 dicembre alle 18, all'Hotel Roma (via Roma, Siracusa), le edizioni Sampognaro e Pupi presentano
La coda di pesce che inseguiva l’amore, un racconto di Simona Lo Iacono e Massimo Maugeri. Saranno presenti gli autori e l’editore.
Introduce Sebastiano Grimaldi, presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Siracusa. Interviene Laura Marullo, docente presso la Facoltà di lettere dell’Università degli studi di Catania. Legge i testi Rina Rossitto, attrice, su immagini e video nate da un’idea di Simona Lo Iacono e Massimo Maugeri.
La coda di pesce che inseguiva l’amore (Edizioni Sampognaro & Pupi – dicembre 2010) - 1860. A Portopalo di Capopassero, paese di tonnarioti nell’area siracusana, si apprestano a giungere i primi echi della lotta per l’unità d’Italia. Echi lontani e visionari che si perdono nel mare. In quel mare che, per gli abitanti del luogo, è sopravvivenza, incantamento, miraggio. Un nemico, se si rivolta contro. E tuttavia, l’unica fonte di sussistenza in una terra arida, caldissima, più a sud dell’Africa. È in questo contesto che Turi, giovane tonnarioto, si accorge di essere seguito da un pesce. All’improvviso, tra la terraferma e l’isola delle correnti (dove ancora aleggiano le leggende su Dragut: il pirata che distrusse il torrione di Carlo V nel 1526), una coda immensa comincia a seguirlo. Preceduta da un vorticoso moto dell’aria, si presenta puntualmente ogniqualvolta il giovane solca le onde con la sua barca. Il paese reagisce alla notizia con incredulità: non si è mai visto un pesce che insegue un pescatore. Da dove viene questa strana coda che guizza tra le onde? E cosa rappresenta? Forse lo spirito di Dragut chiede perdono ai cittadini di Portopalo con un regalo inatteso? Forse è il segno di qualcos’altro? Un cattivo presagio? Turi, intanto, è costretto a fare quotidianamente i conti con il proprio passato e con il marchio incancellabile che l’ha segnato alla nascita: un padre dalle umili origini detenuto nell’isola delle correnti per brigantaggio e opposizione al potere nobiliare; una madre nobile, colta, perdutamente innamorata di quell’uomo finito in carcere e per questo rinnegata dalla famiglia d’origine e travolta dall’infamia (giacché, per sopravvivere, è costretta a offrirsi ai tonnarioti in cambio di pesce). Turi cresce con i tonnarioti. Ma il suo è un esilio tra cuori che non lo comprendono, che disarmano con un atteggiamento superficiale e derisorio il suo carattere sognante.
Turi è un senza terra, un senza patria, un senza identità. È il frutto di un amore tra un uomo e una donna appartenenti a due classi sociali in lotta, a due culture diverse, a due mondi opposti. Egli stesso si sente a metà. Metà acqua, metà terra. Tra la costa e l’isola delle correnti… metà uomo, metà pesce. Per questo, forse, quando vede spuntare questa coda tra le onde il suo cuore ha un guizzo. La diffusione della notizia di questa strana apparizione, però, dà la stura ai più biechi desideri di riscatto, in un momento storico convulso. E si innesca una sorta di gara segreta mirata al possesso dell’immenso e misterioso pesce. I tonnarioti contro i baronuzzi, in una baldoria di ossessioni reciproche, di desideri orgogliosi, di cieca brama di potere. Gli uni (i nobili) cercano il signum, il suggello di una nobiltà elargita dal cielo e ormai messa in dubbio dai moti popolari e dalle rivoluzioni del 1848, da esibire e con cui arroccarsi in posizioni di privilegio da secoli esibite come naturale corollario di sangue. Gli altri (i tonnarioti) bramano un miglioramento della propria condizione, barche e forse case, un innalzamento nella scala sociale. Del resto, la ribellione dei briganti non è che questo: miseria, fame di secoli. Al centro di questa contesa non dichiarata, c’è Turi. Il giovane tonnarioto figlio di brigante e di nobile prostituta: l’unico in grado di richiamare il pesce. Non rimane che seguirlo, aspettare il momento in cui la coda gli si rivela. Quando ciò accade, inizia una terribile mattanza. Una cinica e furibonda battaglia tra le acque, proprio nel momento in cui i Mille iniziano l’avanzata verso l’isola. Scritta con un linguaggio ricco e denso La coda di pesce che inseguiva l’amore è una fabula d’amore e morte che denuncia l’incapacità di condividere, che evidenzia come le contrapposizioni esasperate e la brama di possesso possono uccidere il sogno; e come la bellezza - spesso - viene trafitta dall’incapacità di dare spazio all’apertura e alla consapevolezza necessarie per poterla contemplare.
Simona Lo Iacono
è nata a Siracusa nel 1970. Magistrato da 14 anni, attualmente dirige la Sezione distaccata di Avola, tribunale di Siracusa.
Ha pubblicato racconti e vinto concorsi letterari di poesia e narrativa. Collabora a riviste e magazine. Riunisce in casa propria un salotto letterario ospitando scrittori e artisti. Cura, sul blog "Letteratitudine" di Massimo Maugeri (gruppo Kataweb-l'Espresso), una rubrica fissa a metà tra diritto e letteratura: Letteratura è diritto, letteratura è vita. Fa parte dell'EUGIUS, l'associazione europea dei "giudici-scrittori". Dal 2009 ha aderito, nel ruolo di socio, all’associazione “Law and Literature”, società di diritto e letteratura dell’università degli studi di Bologna, che annovera al suo interno diversi scrittori e studiosi. Con il suo primo romanzo “Tu non dici parole” ha vinto il Premio Vittorini 2009 – sezione opera prima
Massimo Maugeri
è nato a Catania nel 1968. Collabora con le pagine culturali di importanti magazine e quotidiani tra cui «Il Mattino», «Il Riformista», «La Sicilia», «Il Corriere Nazionale», «Stilos». Suoi racconti sono stati pubblicati su antologie e prestigiosi giornali e riviste letterarie. Il romanzo “Identità distorte” (Prova d'Autore, 2005) ha vinto il Premio Martoglio ed è stato finalista al Premio Brancati. Ha ideato e gestisce il frequentatissimo Letteratitudine, blog letterario d'autore del Gruppo L'Espresso. Ha partecipato alla scrittura del romanzo collettivo a colori "Le Aziende In-Visibili" (Scheiwiller, 2008). Ha curato il volume "Letteratitudine, il libro - vol. I - 2006-2008" (Azimut, 2008). Ha curato la raccolta di racconti “Roma per le strade” (Azimut, 2009), partecipando con un proprio racconto e coinvolgendo nel progetto molti tra i principali scrittori nati o residenti a Roma (tra cui: Mario Desiati, Andrea Di Consoli, Lia Levi, Dacia Maraini, Antonio Pascale, Sandra Petrignani, Rosella Postorino, Cinzia Tani, Filippo Tuena). Dal 2009 ha aderito, nel ruolo di socio, all’associazione “Law and Literature”, che annovera al suo interno diversi scrittori e studiosi. Conduce la trasmissione radiofonica di libri e letteratura, “Letteratitudine in Fm”, presso la milanese Radio Hinterland (ascoltabile in modulazione di frequenza in Lombardia e in diretta ovunque via Internet). Fa parte della redazione del blog letterario collettivo “La poesia e lo spirito”.
Sta per uscire, sempre per i tipi di Azimut il secondo volume di "Letteratitudine, il libro: 2008-2010".
Info: 0931/746931 - 0931/66960 (orario apertura Galleria) - cell.338/3646560 -
corradobrancato@hotmail.com(11 dicembre 2010)