Da sabato 10 a martedì 20 luglio alla Galleria Roma (via Maestranza, 110 - Siracusa) Corrado Di Pietro presenterà la mostra personale di Silvia Scuderi dal titolo Le città di Silvia. L'organizzazione e la direzione artistica sono di Corrado Brancato. L'ingresso è libero.
L’accostamento al paesaggio ha sempre avuto un’attrattiva particolare per i pittori, vuoi perché la ricchezza cromatica della natura sollecita e sprona l’artista ad imitarne le tinte e le forme, vuoi perché, dall’impressionismo in poi, la visione esterna, ha suscitato forti emozioni ed impressioni. In qualche modo il confronto con il paesaggio, urbano o campestre, marino o montagnoso, ha misurato la forza espressiva di ogni pittore e ha misurato anche la percezione di quell’armonia compositiva che sta alla base dell’opera d’arte. Anche l’arte concettuale, in senso lato e iperbolico, tributa un certo omaggio al paesaggio, ora componendolo e scarnificandolo, ora aggrovigliandolo come una matassa di linee che lo rendono informe e disarticolato. Siamo verso gli sperimentalismi di un’arte che cerca le sue più intime ragioni e che non sempre si accontenta delle consuete forme espressive. Questa premessa è necessaria se si vuole entrare nel mondo artistico di Silvia Scuderi, giunta tardi alla pittura ma non sprovveduta certo di studio e di sperimentazione, tanto che non si può parlare di dilettantismo ma di serio ed approfondito esame del proprio mondo pittorico e dei mezzi tecnici utilizzati per rappresentarlo. Silvia Scuderi ha intrapreso diverse strade stilistiche e questo eclettismo denota l’esigenza interiore di una poliedrica visione del reale, oltre che il desiderio di esplorare i più intimi recessi della dimensione cromatica e formale che si presenta ai suoi occhi. Il mondo, del resto, non è uniforme e monolitico ma si manifesta sempre in modo sfaccettato e l’artista, attraverso tecniche diverse o momenti diversi di sensibilità, tenta di coglierne le più significative sfumature. In questo periodo la giovane artista padovana è interessata dal paesaggio urbano, segnatamente da quello metropolitano di Venezia e di altre città dove si ergono palazzi, grattacieli, chiese e campanili, che emergono dall’orizzontalità del mare o di strade o da un colore indistinto come nuvole di cemento o macchie di colore in un candido vestito; e questo saliscendi di parallelepipedi, di cupole, di pinnacoli e di ponti s’accosta e si sviluppa in un modo quasi impressionistico, avvicinando le forme e suggerendo i volumi, come in una scultura astratta. E la composizione realizzata con terre colorate, solide e grumose, ha lo spessore del bassorilievo, del graffito e della scavatura, denso e appiccicato sulla tela come una pelle ora rugosa e ora distesa. Le città di Silvia hanno la dimensione del sogno, tra impressionismo ed espressionismo, tra realismo e informale, strane e magiche come possono essere quelle visioni oniriche che ci portano il ricordo o un intimo atto d’amore. Si può parlare anche di una destrutturazione del paesaggio per una successiva ricomposizione fantastica; questo appartiene alla tecnica della composizione, ma l’intima esigenza squisitamente artistica mi piace scoprirla nella visionarietà sentimentale, nella percezione affettuosa di una bellezza ora fulgida e splendente ora mesta e stanca. C’è poi un’armonia cromatica di base che rende coerente la cifra stilistica della Scuderi. I colori appartengono con più frequenza allo spettro dei caldi e delle tinte dorate; il paesaggio urbano emerge dalle nebbie e si distende sulla tela come una coltre che si espande oltre i confini di un solo quadro per allungarsi in altri quadri accostati, uno o due, tali da formare un dittico o un trittico, come se si volesse continuare un discorso che non ha confini reali ma solo fittizi e mentali. Composizioni grandi e articolate, narrazioni di uno spazio urbano solo apparentemente statico ma intimamente attraversato da un inquieto dinamismo che suggerisce la caotica vita delle città. Mi sembra un discorso nuovo e originale questo della Scuderi, un tentativo di creare una sintesi stilistica tra svariate tendenze dell’arte del novecento, riuscendo a dare un po’ di poesia alla prosaica visione dei nostri centri urbani. (Corrado Di Pietro)
Info: 0931/746931- 0931/66960 - cell.338/3646560 - corradobrancato@hotmail.com
(10 luglio 2010)