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La costruzione dell'identità europea: sicurezza collettiva, libertà individuali e modelli di regolazione sociale

Venerdì 7 e sabato 8 maggio, nell'aula magna di Villa Cerami si svolge l'incontro finale del progetto di internazionalizzazione della facoltà di Giurisprudenza

Venerdì 7 (a partire dalle 9) e sabato 8 maggio, nell'aula magna della facoltà di Giurisprudenza (Villa Cerami) si svolge l'incontro finale del progetto di internazionalizzazione della facoltà di Giurisprudenza, sul tema La costruzione dell'identità europea: sicurezza collettiva, libertà individuali e modelli di regolazione sociale.

Oltre ai partner italiani (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Università Luiss "Guido Carli" di Roma), il progetto ha coinvolto partner stranieri, come le Università di Valencia, la Fundacion Instituto Universitario de Investigation "Josè Ortega Y Gasset" della Complutense di Madrid e l'Università Aix-Marseille.

Alla giornata partecipano i docenti Alberto Andronico, Enrique Bacigalupo, Agatino Cariola, Bruno Caruso, Alessandro Corbino, Vincenzo Di Cataldo, Gaetan Di Marino, Giovanni Di Rosa, Encarnacion Fernandez, Giovanni Grasso, Sebastiano Maffettone, Salvatore Mazzamuto, Francesco Migliorino, Bruno Montanari, Giovanni Raiti, Dino Rinoldi, Mariachiara Tallacchini e Enzo Zappalà.


Questo progetto ha inteso proporre una ricerca interdisciplinare all’interno di una comune riflessione sul carattere naturale o convenzionale dell’identità europea e sulle ricadute normative connesse alla soluzione di questa alternativa. L’identità europea è un “dato” antecedente la sua stessa istituzionalizzazione politica oppure un “prodotto” culturale, in quanto tale continuamente negoziabile? Rispondere a questo interrogativo in un senso piuttosto che in un altro conduce evidentemente a differenti prese di posizione riguardo questioni ancor oggi fortemente dibattute nel contesto comunitario: quali quelle relative alla legittimazione delle istituzioni europee, alle possibili soluzioni del loro deficit democratico, ai modelli di regolazione capaci di garantire un corretto bilanciamento delle esigenze di tutela della sicurezza collettiva e delle diverse libertà individuali.

L’ambito normativo entro cui è apparso naturale poter sviluppare il presente progetto di ricerca è rappresentato, da una parte, dall’affermazione e dall’obiettivo dell’Unione di essere “un’area di libertà, sicurezza e giustizia”, e dall’altra dal processo costituzionale europeo, inteso come processo in fieri indipendentemente dall’adozione di una Carta Costituzionale. Nell’ambito di questa cornice si è verificata la possibilità di concepire l’identità in termini di permanente ridefinizione dei parametri di coinvolgimento politico, quali i parametri di inclusione ed esclusione dello straniero. L’intenzione è stata quella di mostrare come rischi di non essere sufficiente un semplice aggiornamento concettuale del modello democratico, essendo piuttosto necessaria, forse, l’invenzione di un ordine del discorso giuridico e politico radicalmente diverso rispetto a quello che fatto la storia del pensiero moderno. Dopo il recente allargamento dell’Unione Europea, la questione qui prospettata si pone con maggiore evidenza.

A tal proposito si reiterano le seguenti e rilevanti tematiche: la gestione delle future candidature a Membro dell’Unione; la possibilità di edificare una democrazia senza popolo; il modo in cui le istituzioni andrebbero ridisegnate, al fine di permettere a Stati nazionali di diverse dimensioni, e livelli di evoluzione, di essere coinvolti in un progetto politico riconosciuto come ‘comune’; la gestione dei confini esterni, nei termini del rapporto tra libertà di movimento e sicurezza collettiva; la questione multiculturale e dell’integrazione, che non può essere affrontata senza un quadro comune di valori di fondo che sia frutto anche di analisi storica; il dibattito relativo alle cd. “nuove forme di governance.

Il problema che qui si presenta riguarda la concettualizzazione alla base dell’unità politica e la conseguente capacità del soggetto collettivo di regolare il proprio contesto di riferimento. Una tale elaborazione è rilevante perché il sostrato teorico si traduce inevitabilmente in una espressione giuridica, producendo vari (e non sempre adeguati) approcci agli aspetti politici connessi a definizione, giustificazione e gestione delle istituzioni emergenti. È necessario quindi individuare una linea direttrice che sia in grado di guidare la ricerca nei diversi ambiti disciplinari interni all’area delle scienze giuridiche. Si tratta allora di ri-considerare le dinamiche presentate alla luce della capacità rappresentativa delle istituzioni politico-giuridiche di indicare un’unità formale nonostante il pluralismo sociale, culturale e normativo. L’ordinamento giuridico e i suoi strumenti possono fornire una rappresentazione del soggetto collettivo come un tutto politico, attraverso il coordinamento sistematico delle normative nazionali e comunitarie. Da ciò può scaturire un’identità dinamica, implementata e veicolata da un diritto internamente coerente, capace di condurre ad un’unità formale che si costituisce progressivamente considerando il pluralismo come elemento unificante.

(07 maggio 2010)

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