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Tutti devoti tutti

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Lunedì 19 aprile alle 10.00 al Museo Diocesano presentazione del dipinto del del pittore catanese Jean Calogero (1922-2001)

Museo Diocesano

Lunedì 19 aprile alle 10.00 al  Museo Diocesano  verrà presentato il dipinto Tutti devoti tutti del pittore catanese Jean Calogero (1922-2001), donato al Museo da Massimiliano e Patrizia Calogero, figli del Maestro.
L'opera sarà svelata alla presenza di S.E. Mons. Salvatore Gristina (Arcivescovo Metropolita di Catania), di mons. Leone Calambrogio (Direttore Museo Diocesano di Catania), di S.E. Grand'Ufficiale Commendatore Luigi Maina (Presidente del Comitato delle Celebrazioni Agatine), di don Santino Salamone (già Direttore Museo Diocesano di Catania), del prof. Fabio Fatuzzo (Assessore alla Cultura del Comune di Catania), di Massimiliano e Patrizia Calogero (figli del Maestro Jean Calogero).  I critici d'arte prof.ssa Giuseppina Radice e prof. Carmelo Strano che tracceranno un profilo dell'artista e offriranno una chiave di lettura dell'opera.

Il dipinto Tutti devoti tutti, è un olio su tela di cm 55 x 46, realizzato nel 1985 e dopo la donazione verrà esposto al pubblico nelle sale del Museo catanese. L'opera è un importante tassello per lo studio e la comprensione dell'attività di Jean Calogero, uno straordinario viaggio lungo oltre 50 anni di uno degli artisti siciliani più visionari, eclettici e schivi.
Il quadro mostra la Piazza Duomo del capoluogo etneo addobbata, piena di palloncini e gremita per le festività agatine, che si svolgono ogni anno fra il 3 e il 5 febbraio. A dominare il dipinto è il bianco del Duomo di Catania, dedicato a Sant'Agata, santa, vergine e martire, patrona della città, con la sua cupola e il campanile. Al centro una delle undici candelore, sculture mobili espressione della devozione delle corporazioni dei mestieri cittadine e una fila di devoti infagottati nel "sacco", un saio di cotone bianco stretto da un cordone monastico intorno alla vita e con un copricapo di velluto nero, guanti bianchi e un fazzoletto, anch'esso bianco che immaginiamo venga agitato, come da tradizione, al grido "Tutti devoti tutti? cittadini viva sant'Aita" (siamo tutti devoti, tutti? cittadini, evviva sant'Agata). In alto a destra si può scorgere il palazzo dell'Antico Seminario dei Chierici al Duomo, oggi sede del Museo Diocesano.


Jean Calogero ha frequentato il Liceo Artistico di Catania e nel 1947, in seguito al suo trasferimento a Parigi, l'Ecole des Beaux-Arts della capitale francese. Nel 1950 la sua prima mostra personale a Parigi, dove nel 1957 viene premiato con la Grande Medaglia d'Argento, il massimo riconoscimento ad artisti viventi. Viene inserito nel Catalogo Internazionale dell'Arte Benezit, tra i nomi più autorevoli della pittura mondiale di ogni tempo. Alle mostre parigine si aggiungono le esposizioni americane a New York (Associated American Artists, 1952), a Los Angeles (James Vigevano Galleries, 1953) a Chicago (Florida Gallery, 1970) in Giappone e nelle maggiori gallerie italiane. I dipinti di Jean Calogero figurano nelle più importanti collezioni internazionali, pubbliche e private, quali il Museo d'Arte Moderna di Parigi (Francia), il Museo di Tolone (Francia), il Museo d'Arte di Tokyo (Giappone), il Museo D'Arte Moderna di New York (USA), il Museo di Perpignan (Francia), il Museo d'Arte Moderna di San Paolo (Brasile), il Museo di Castres (Francia), il Museo d'Arte Moderna di Lione (Francia), il Museo d'Arte Moderna di Palermo. Ha partecipato a rassegne nazionali e internazionali unitamente ai massimi esponenti dell'Arte Contemporanea. Le numerose mostre personali, negli oltre 50 anni di attività in giro per il mondo, hanno sempre avuto notevole successo e interesse di critica e pubblico. Della produzione artistica di Calogero si sono occupate prestigiose firme, tra cui: Maximilien Gauthier, George Waldemar, Francois Christian Toussant, Vanni Ronsisvalle, Vito Apuelo, Leonardo Sciascia, Vincenzo Di Maria, Paolo Giansiracusa, Francesco Gallo e Carmelo Strano.

Museo Diocesano - Si configura, per un aspetto molto cospicuo, quale museo della Cattedrale e della sede vescovile medesima, poiché ne custodisce prioritariamente tutto l'arredo mobile storico. Passibile di ulteriori ampliamenti è invece l'acquisizione di arredi e opere che possano attestare in modo compiuto le vicende storiche, culturali e religiose del vasto territorio della diocesi. Le opere di provenienza diocesana acquisite al museo attestano prevalentemente vicende e momenti della vita di alcune chiese, regolari e secolari, del territorio. Problematiche di conservazione, tutela, allestimento, ma anche di congruenza artistica, hanno imposto una suddivisione tipologica per categorie (argenti, paramenti, sculture, dipinti etc.) che presentano esigenze espositive analoghe ma al tempo stesso problematiche artistiche, funzionali e liturgiche affini fra loro. In questo criterio generale sono state inserite alcune eccezioni, legate o all'aspetto degli ambienti o alla inamovibilità delle opere. Inamovibile, per evidenti motivi funzionali risulta ad esempio, il fercolo argenteo della Santa Patrona, che si trova in un ambiente e ad una quota diversi dalla sala che custodisce il gruppo di opere a lei dedicate. Un attento restauro condotto nel rispetto delle caratteristiche morfologiche e tipologiche del fabbricato e della destinazione di questo a sede museale, hanno permesso di dare il giusto risalto e la giusta collocazione alle opere d'arte che in esso sono raccolte e custodite. Il museo risulta suddiviso in due sezioni: la prima, dedicata agli arredi liturgici della Cattedrale, si snoda nelle sale del secondo piano e si conclude al piano successivo nella cappella; la seconda, che accoglie gli arredi di altre chiese della città e della diocesi, si svolge nelle sale del terzo e del quarto piano. Il percorso si conclude infine nelle terrazze panoramiche dalle quali è possibile ammirare dall'alto la città barocca. (Museo Diocesano di Catania, Guida illustrativa, 2001 - Giuseppe Maimone Editore)




(19 aprile 2010)

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