Per aprire uno spiraglio su un mondo conosciuto perlopiù attraverso immagini stereotipate, il volume raccoglie le testimonianze di giovani con disabilità fisica e di persone per loro significative – genitori, insegnanti di sostegno, fisioterapisti e medici – ed esamina alcune immagini dell’handicap che ci giungono attraverso le opere letterarie, i fumetti, il cinema e Internet.
Dopo i saluti del rettore Antonino Recca e del preside della Facoltà Giuseppe Barone, sono previsti gli interventi dei docenti Marcella Renis (delegato del rettore ai Servizi per la disabilità), Graziella Scuderi e della stessa curatrice Rosalba Perrotta, International correspondent editor della rivista Symbolic Interaction. Tra i suoi lavori si ricordano Un caso di parricidio. Processo penale e costruzioni della realtà (FrancoAngeli, Milano, 1994) e Cornici, specchi e maschere. Interazionismo simbolico e comunicazione (Clueb, Bologna, 2005).
A seguire saranno proiettate alcune sequenze tratte dal film The Elephant Man.
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Il volume (e-book). Chi è definito "handicappato" o, con termini più recenti, "disabile", "diversamente abile", "diversabile", è colpito da un marchio che lo svaluta e lo esclude. Le tecniche della ricerca qualitativa, a cui è dedicata una parte del libro, rendono vivide e vicine le voci ascoltate, e il ricorso alle performance, testi drammaturgici costruiti a partire dalle interviste, ne accresce l'efficacia. A completamento del testo vi sono: un'introduzione all'uso delle performance nelle scienze sociali, un glossario che presenta il bagaglio concettuale dell'Interazionismo simbolico e della Sociologia fenomenologica e una bibliografia ragionata che illustra la letteratura sui temi trattati. Un libro articolato e "smontabile", dunque, in cui ogni capitolo ha una sua autonomia, in modo che il lettore possa concentrare l'attenzione sulle parti che più gli interessano.
L'intenzione degli autori è quella di raggiungere, oltre agli studiosi delle scienze sociali, anche quanti con la disabilità hanno a che fare, per la loro professione o per questioni personali. La realtà dell'handicap, se pure non la viviamo direttamente, è intorno a noi: la incontriamo per strada, ci può abitare accanto, può avvicinarci in qualunque momento. Tutti abbiamo inadeguatezze e fragilità, e tutti abbiamo vissuto, o possiamo vivere, l'esperienza di essere stigmatizzati: esplorare la realtà dell'handicap, quindi, ci aiuta a conoscere meglio il nostro mondo.
(30 marzo 2010)