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San Cristoforo, un quartiere aperto per la città

Mercoledì 16 dicembre alle 10 ai Benedettini workshop conclusivo del progetto della Fondazione Vodafone, in collaborazione con la Facoltà di Lettere e la Spes-Onlus

Mercoledì 16 dicembre, alle 10, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini, si terrà il workshop conclusivo del progetto San Cristoforo – Un quartiere aperto per la città. L’identità come risorsa. Percorsi di sviluppo locale, promosso dalla Fondazione Vodafone Italia e coordinato dall’associazione Spes “Cultura e servizi tra la gente” – Onlus, in partenariato con la facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Catania, la Confcommercio e il Centro per l’impiego di Catania, con l'obiettivo di costruire reti cooperanti per l'attuazione di progetti di sviluppo locale nello storico quartiere catanese. All’iniziativa concorrono anche l’istituto comprensivo Vespucci, l’Oratorio salesiano San Giovanni Bosco – Salette, le parrocchie Immacolata ai Minoritelli e Santa Maria dell’Aiuto e l’Osservatorio d’Area permanente (Odap) San Cristoforo.

Al workshop interverranno il preside della facoltà di Lettere e filosofia, prof. Enrico Iachello, Ida Linzalone della Fondazione Vodafone, la coordinatrice del progetto “San Cristoforo: un quartiere aperto per la città” Daniela Calenduccia, Viviana Cugurullo dell’associazione Spes-Onlus, Melania Nucifora della facoltà di Lettere e filosofia, l’artigiano di San Cristoforo Pippo Russo, Franz Cannizzo della Confcommercio e Salvatore Drago del Centro per l’Impiego.

Il progetto San Cristoforo, un quartiere aperto per la città, mira già dal 2007 a promuovere la crescita sociale, economica e culturale del quartiere, attraverso un programma di azioni integrate e il coinvolgimento di istituzioni e privato sociale.
Il secondo anno del progetto è finalizzato a raccogliere le voci degli artigiani, ascoltarle e organizzarle, mettendole a confronto con gli operatori esperti del settore del commercio, dell’artigianato e della formazione professionale. Un percorso mirato alla definizione di proposte e percorsi per la visibilità, l’emersione e la promozione del denso tessuto artigianale del quartiere.
Un secondo anno impegnato quindi sul fronte della comunicazione alla città di queste importanti identità professionali, componenti integrate e essenziali non solo di questa area, ma di tutto il territorio urbano, di cui esse costituiscono la complicata trama delle tradizioni culturali; ma che rappresentano anche una ipotesi di concreto sviluppo economico su cui lavorare, basato sulla microeconomia diffusa, sulla solidarietà tra generazioni diverse, sul trasferimento delle sapienze, sulla produzione su misura, quindi economica ed ecologica.

Il nome di San Cristoforo evoca, purtroppo, per molti disagio sociale e criminalità. Per chi lo abita e ci lavora, la realtà è più articolata, formata da sfaccettature molteplici che raccontano di un quartiere operoso, nel passato sede di opifici di grandi dimensioni e ora di decine di attività artigianali. Legno, ferro, cuoio, vetro, marmo, gesso sono i materiali che vengono lavorati e trasformati da operatori sapienti, da artigiani originari del luogo ma anche provenienti da altre zone, che trovano nel particolare tessuto urbano, in quegli edifici e in quella collocazione i punti di forza possibili per le loro attività.

Capacità di fare impresa, quindi, ma anche grandi difficoltà: costi, apprendistato, accesso al credito, commercializzazione, solo per nominarne alcune. E l’invisibilità di tanto lavoro alla città, ancorata alle notizie di cronaca. Una sfida importante, lanciata dalla Fondazione Vodafone e raccolta dalla Spes e dalla Facoltà di Lettere, che va riproposta nel futuro immediato con nuove partnership dotate di capacità di previsione e lungimiranza.

(16 dicembre 2009)

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