Sabato 14 novembre alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento - lo storico contenitore d’epoca chiaramontana restaurato e destinato a eventi culturali dagli Amici della pittura siciliana dell’Ottocento - sarà inaugurata la mostra d'arte dedicata ad Alfonso Leto dal titolo Fabbriche/Leto. L'evento sarà visitabile fino al 10 gennaio.
Alfonso Leto, cresciuto nel contesto umano e artistico della Palermo sperimentale degli anni Settanta/Ottanta e passato attraverso le esperienze del postmodernismo e della trans-avanguardia, esporrà alle Fam – la galleria d’arte moderna alle Fabbriche Chiaramontane - ben 30 opere di medie e grandi dimensioni realizzate nell’ultimo decennio che rivelano la duttilità e la ricchezza di un originale percorso artistico “scelte – spiega lo stesso Leto - con uno sguardo retrospettivo che privilegia il mezzo pittorico sempre giocato nell'equilibrio continuo tra concetto e stile”. Tranne nove, sono tutte inedite.
Come il saggio di Achille Bonito Oliva, “Figura: una semiotica della grazia nell’opera di Alfonso Leto”, in cui il critico d’arte descrive il rapporto tra l'artista e la figura, esplorando le dinamiche di ideazione, rappresentazione e conquista dell'immagine nella pittura e riconoscendo a quest’ultima la capacità di continuare a giocare un ruolo non marginale nei linguaggi comunicativi di oggi.
“Un passo importante, questo delle Fam – spiega Antonino Pusateri, presidente dell’Amici della pittura siciliana dell’Ottocento – verso l’arte contemporanea, anticonformista e informale com’è quella di Leto. C’è il desiderio di sperimentare, di emancipare questo spazio e di aprire le porte a nuove forme di espressione non necessariamente convenzionali o riconducibili a scuole e stili”.
La mostra Fabbriche/Leto si articola in cinque gruppi tematici che sul catalogo sono introdotte da altrettanti brani tratti da testi di Claudia Colasanti, Genny Di Bert, Marina Giordano, Fulvio Abbate e Emilia Valenza. Sono dedicate alle “ossessioni di massa” del nostro tempo individuate da Leto: moda, religione, erotismo e tecnologia. S’intitolano: Personal Spiritual Terminal, Playstation, Haute Couture, Sacrifashion e Orti Fiorenti e, come spiega l’autore, “sono la direzione perpetua del mio fare pittura e la cifra espressiva più rappresentativa. Fanno parte di un vero e proprio ciclo ancora in fieri governato da un tempo proprio, dall’idea di una persistenza della pittura nell’ecosistema dei linguaggi non come pratica anacronistica ma come pratica agnostica, rispetto all’arte stessa, in cui risulti chiara la coscienza tecnologica del nostro tempo ma in cui risulti, finalmente, anche la riconquistata, perenne, inattualità della pittura”.
A Fabbriche/Leto gli Amici della pittura hanno associato un’iniziativa di carattere umanitario: la raccolta di fondi a sostegno di “End Polio Now”, la campagna mondiale per debellare la poliomielite nei paesi in via di sviluppo lanciata dal Rotary International e già finanziata da Bill Gates e dalla Fondazione Google. “Inviteremo i visitatori – spiega Paolo Minacori, dell’Associazione Amici delle Pittura Siciliana dell’Ottocento – a contribuire con un ticket simbolico di 2 euro che verseremo interamente al progetto “End Polio Now” per ultimare la campagne di vaccinazione mondiale contro la polio e impedire che una malattia ormai debellata in Occidente, possa ancora infettare e paralizzare i bambini più poveri privandoli del loro futuro e aumentando le difficoltà delle loro famiglie”.
I cinque gruppi tematici di Fabbriche/Leto
1. Personal Spiritual Terminal: l’Immagine e la de/costruzione dello spazio influenzata dalla coscienza tecnologica, l’artista come “terminale sensibile e comunicativo” del caos dei linguaggi del nostro tempo.
2. Playstation: visioni apocrife della religione e della pittura stessa che guarda il “gioco” dell’immagine come playstation per eccellenza e ricorre al racconto biblico e pseudoreligioso.
3. Haute Couture: la Moda, la Vanitas. Il corpo e il sangue: liturgia del glamour. Alta sartoria pittorica per un gruppo di opere in cui il puro disegno e il disegno ricamato dialogano con la pittura in un intreccio che ricerca l'eleganza del caos.
4. Sacrifashion: pitture su manifesti pubblicitari di moda in cui sacro e moda si fondono nell'ambiguità di una iconografia apocrifa
5. Orti Fiorenti : il ritorno ad una astrazione densa, polimorfa e neobarocca in cui linguaggio e natura tentano di dialogare in grandi superfici dipinte.
(14 novembre 2009)