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Nel silenzio di un sole

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Domenica 28 giugno alle 19 alla Galleria Art’è (Acireale) inaugurazione mostra del pittore siciliano Sebastiano Grasso

Domenica 28 giugno alle 19 alla Galleria Art’è (Acireale) si inaugura Nel silenzio di un sole,  mostra personale del pittore siciliano Sebastiano Grasso, a cura di Marco Di Capua.  L'evento, visitabile fino al 18 luglio, è sostenuto e patrocinato dalla Provincia Regionale di Catania nel suo Assessorato alle Politiche Culturali.

La mostra presenterà i lavori degli ultimi due anni di ricerca dell’autore e sarà corredata da un catalogo (Galatea Editrice), a cura di Marco Di Capua. L'ingresso è libero.

[…] Perché la contemporaneità, e credo che questa sia una riflessione di Giorgio Agamben, non è farsi invadere passivamente da una pioggia di stimoli sensoriali, ma di andare a caccia di luci e di ombre che si ritraggono proprio nell’attimo in cui si manifestano: simili in questo ai puntini luminosi di stelle spente da tempo, che pure arrivano a noi da un universo in continua espansione. Le figure, anzi i lampi luminosi dei loro riflessi su fondi scuri, che appaiono nei dipinti di Sebastiano sono, come noi, ospiti precari di ciò che l’Oriente chiama “mondo fluttuante”, e Grasso Passaggi. Prede ed emanazioni dirette di superfici manipolate come sensibilissimi schermi. Sono, sempre come noi, gli interpreti di viaggi occasionali, al tempo stesso predestinati. Perché si è come spinti a vagare e a cercare, no? Sentite a me: non fatevi ingannare dalla riconoscibilità di qualche soggetto, non fidatevi dell’evidenza di qualche titolo, Kyrie, Lesbia, Angeli silenziosi, Deposizione, perché sono esattamente come i movimenti rosa, giallo, viola, sono come la foresta e i fiori che fioriscono sul buio al modo dei fiori di loto dal fango, sono come il giardino e il muro: pure esche per fare abboccare il niente all’amo. Perché il match decisivo è quello con il vuoto. La fonte, e la foce, è quella lì.
Sondare, esplorare, attendere (le immagini appaiono, arrivano, con un loro tempo)… Sapere agganciare l’occhio a cortine di fumo, nuvole o sipari di nulla fu ciò che rese celebre Turner, e forse perfino in questo primo 2000, così violentemente saturo, vale la pena riproporre il valore eccezionale di quell’alleggerimento. Potrebbe essere il risvolto “saggio”, nonché attuale, necessario, del tipo di pittura che Grasso propone e che lavora sull’impermanenza delle cose, viventi o meno: niente pare che si fermi, ma tutto è in continuo trasferimento, dal fondo verso le braci della superficie, verso i lati, e ancora, di nuovo, verso il fondo. Questo anche se vorrei comunque che si leggesse la rifinitura di certi dettagli, la precisione di focalizzazioni improvvise, perfette tra le striature e i flash (un petalo, una mano, una nicchia di pietra), rese quasi allo scopo di percepirne più intensamente il disfacimento, il congedo. Ciò che ci resta è la persistenza di un’energia? E’ già molto, è l’essenziale
.[…] Marco Di Capua

Per info:  Galleria Art’è - tel. 095.604917 - info@arteingalleria.com

(28 giugno 2009)

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