Giovedì 14 maggio alle 18:30 alla Galleria Roma (via Maestranza 110 - Siracusa) si terrà un incontro culturale a cura di Alfredo Rizza dal titolo Origine dei siciliani e della loro lingua. L'incontro sarà presentato da Salvatore Zito. L' organizzazione e la direzione sono a cura di Corrado Brancato. L'ingresso è libero.
Storici, sociologi, antropologi ed etnologi hanno da sempre intuito la diversità e le stranezze del popolo siciliano. Hanno tentato di classificarlo chiamando in causa tutte le influenze che hanno esercitato i popoli conquistatori a cominciare dai greci. Più indietro nel tempo non si sono spinti perché il dato storico-letterario e quello archeologico non li ha sostenuti. Negli ultimi decenni i glottologi hanno fatto ricorso alla linguistica con risultati distorti a causa di alcune parole presenti in una epigrafe sicula che apparentemente sembravano riconducibili al mondo protogreco e a quello protolatino. In realtà quelle stesse parole sono attestate perfettamente nella lingua Sanscrita appartenente al ceppo indoario. Le persone che un tempo venivano catalogate ignoranti e che non ebbero la fortuna di studiare ancora oggi parlano la loro lingua ma sono in fase di estinzione. Dalla comparazione tra siciliano e sanscrito emerge un sorprendente imparentamento quasi speculare. Infatti, la parola abbiari ovvero gettare in sanscrito è data da Abyas ed ha lo stesso significato; la parola priatu che vuol dire essere contento in sanscrito si dice Prina o Prita e corrisponde ad essere soddisfatto; la parola arabbattarsi che vuol dire incominciare a darsi da fare in sanscrito è data da Arabh e vuol dire iniziare o incominciare; la parola abbanniari in sanscrito è data da Bhan e che vuol dire gridare ad alta voce. In sostanza più di duecento parole risultano perfettamente identiche a quelle Sanscrite e stranamente non corrispondono né con il latino né con il greco,lingue che non sono mai entrate nella specificità siciliana. Il decifratore della grande scoperta è stato il prof. Enrico Caltagirone di Centuripe mentre Alfredo Puzza ha acclarato e certificato la scoperta rivelando e raccogliendo il patrimonio linguistico che si nasconde nei meandri della più nobile e della più aristocratica lingua che ha dato i natali a tutte le lingue europee.
Alfredo Rizza è un cultore appassionato delle civiltà del passato. Ha indagato i sistemi ingegneristici delle strutture difensive e delle costruzioni templari. A tal proposito ha elaborato un saggio sul castello Eurialo proponendo una nuova originalissima teoria. Ha aderito sin dal 1982 all’Archeoclub d’Italia trattando nella sua sede argomenti di natura archeologica ed architettonica. E’ un autodidatta. Da circa un decennio segue gli studi glottologici del centuripino professore Enrico Caltagirone,il solo che abbia decifrato tra un vastissimo stuolo di ricercatori , la lingua degli etruschi e quella dei siculi. Alfredo Rizza, dalla comparazione etimologica con l’etrusco, ha dedotto l’imparentamento del siciliano con la lingua Sanscrita appartenente al ceppo delle lingue indoarie e conseguentemente ha predisposto un testo quanto mai avvincente, preludio per ulteriori ricerche già abbondantemente acquisite.
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(14 maggio 2009)