La locandina
Giovedì 26 marzo alle 19 al
Centro Zo (piazzale Asia, 6) si terrà un incontro con
Adriana Polveroni, giornalista e autrice del libro
This is contemporary! Come cambiano i musei d'arte contemporanea (Franco Angeli, Milano 2007). L'incontro è organizzato dall' Ordine Architetti P.P.C. di Catania, dalla Fondazione dell'Ordine degli Architetti e dall' Inarch Sicilia (Istituto Nazionale di Architettura). Interverranno: Adriana Polveroni, autrice del libro; Pino Scaglione, Università di Trento; Carmelo Strano, Università di Catania; Graziella Lombardo, facoltà di Ingegneria, dipartimento di Architettura e Urbanistica; Carmelo Nicosia, direttore dell' Accademia Belle Arti di Catania
L'interesse crescente che si registra per l'arte contemporanea è incoraggiato da un mercato e da un'attività espositiva piuttosto vivaci, capaci di convogliare pubblico e artisti che fino a poco tempo fa - in epoca non ancora globalizzata - difficilmente arrivavano nei nostri musei, ma anche dall'improvvisa "popolarità" di cui gode l'arte del presente. «
This is contemporary, so contemporary!» dicevano i performer di Tino Sehgal alla Biennale di Venezia del 2005, sottolineando il fascino, a volte inspiegabile, che avvolge questo mondo. Ed è la costante proliferazione di nuovi luoghi deputati in vario modo alla sua promozione e in parte conservazione a conferire al museo un profilo inedito, che si delinea però a partire dal cambiamento dell'arte che esso ospita, raccogliendone il carattere mobile, decentrato e in costante definizione. Tuttavia lo scenario italiano, piuttosto precario se paragonato a quello internazionale, risente di alcune carenze dovute all'identità, e in parte visibilità, ancora incerte dei luoghi stessi che penalizzano il radicamento della realtà contemporanea faticosamente maturata in questi ultimi anni. Non si rintraccia una capacità di fare sistema dei singoli soggetti coinvolti, pur tra le tante attività intraprese. Spesso, anzi, è la molteplicità di queste a sbiadirne l'identità, sempre più in bilico tra l'essere appendice di iniziative espositive che vorrebbero richiamare il grande pubblico e l'accezione del museo quale luogo di conoscenza e di comprensione del presente non potendo, per ragioni legate alla sua identità, un museo d'arte contemporanea farsi carico della conservazione della memoria. Dunque, di che cosa parliamo quando parliamo di musei? Come si configurano i luoghi dell'arte in Italia, e all'estero? Come si sta evolvendo questa realtà? E che ritualità si praticano dentro il museo? Queste sono le domande cui si cerca di dare una risposta all'interno di un dibattito che si articola tra polarità diverse: il rapporto con il mercato, il ruolo del pubblico, i criteri di costruzione delle collezioni, l'accento sulla didattica, la parentela sempre più stretta tra sistema dell'arte e sistema della comunicazione. Il tentativo, però, è anche di additare un orizzonte delineato dal consumo dell'arte dentro il museo, dalla fuoriuscita da questo verso il territorio, urbano e naturale, e dall'avvento dell'Arte Pubblica. Fenomeni che introducono comportamenti radicalmente nuovi. Qualcosa che somiglia a un "reality dell'arte". Uno scenario dove si addensano molte luci, date dalla straordinaria visibilità di cui gode oggi l'arte contemporanea, ma anche alcune ombre. Che forse siamo noi stessi, il popolo dell'arte, a disegnare.
(26 marzo 2009)