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Il povero Piero

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Una delle più divertenti e geniali commedie del ’900 italiano di Achille Campanile, per la regia di Pietro Carriglio, sarà in scena al Teatro Ambasciatori, dal 21 marzo all’ 1 aprile e dal 10 al 15 aprile
Un testo di straordinario fascino, quanto di rara frequentazione, approda sulle scene dello Stabile etneo e arricchisce l’importante galleria di spettacoli programmati nell’ambito della quarantanovesima stagione dell’ente. È Il povero Piero di Achille Campanile, una produzione del Teatro Biondo Stabile di Palermo che vanta la regia e le scene di Pietro Carriglio, i costumi di Paolo Tommasi, le musiche di Matteo D’Amico, le luci di Gigi Saccomandi. Interpreti di qualità animano la messinscena che presenta nei ruoli principali Giulio Brogi, Nello Mascia, Magda Mercatali, Rosalina Neri, insieme a Massimo De Rossi, Anna Gualdo, Franco Iavarone, Nicola Pistoia, Aldo Ralli, Paolo Triestino, Pierluigi Corallo, Eleonora Vanni. La numerosa compagnia comprende inoltre Antonio Raffaele Addamo, Franco Barbero, Maria Rosaria Carli, Eva Drammis, Aurora Falcone, Donatella Liotta, Leonardo Marino, Paolo Triestino, Oreste Valente. Lo spettacolo sarà all’Ambasciatori dal 21 marzo all’1 aprile e ancora, dopo la pausa pasquale, dal 10 al 15.
Il povero Piero è una delle più divertenti e geniali commedie del ’900 italiano, molto apprezzata anche all’estero, espressione a tutto tondo delle scene dell’assurdo, che fa di Campanile, con Ionesco, il caposcuola del genere. Poche volte la pièce, tratta dall’omonimo romanzo del 1959, è stata rappresentata integralmente, anche perché richiede, come si è visto, un nutrito cast di attori di prim’ordine. La prima rappresentazione è andata in scena nel marzo del 1961 al Teatro S. Erasmo di Milano con la Compagnia del «Teatro delle Novità» diretto Maner Lualdi. Successivamente il testo è stato il più delle volte ridotto e adattato per serate antologiche dedicate a Campanile. La commedia non ha mai avuto una sistemazione definitiva da parte dello stesso autore, che ha lasciato innumerevoli varianti. Anche per questo motivo lo spettacolo del Teatro Biondo, che ripropone il testo integrale con tutti i personaggi, può considerarsi un vero e proprio evento.
Malato da tempo, all’alba di una giornata tranquilla, Piero muore. La moglie Teresa e i più stretti congiunti devono rispettare le sue ultime volontà: la notizia della sua morte dovrà essere data solo ad esequie avvenute. Attorno a questa richiesta e al difficile tentativo di rispettarla, si sviluppa una travolgente sequela di vicende surreali che, in un crescendo di equivoci e sorprese, vede alternarsi il riso e il pianto dei protagonisti fino all’ennesimo colpo di scena finale.
Il povero Piero ruota intorno ad un'acuta osservazione dei vizi e delle piccole ipocrisie quotidiane di un carosello di personaggi, ridicoli e spassosi, patetici e nevrotici, colti in un momento di alta e seria ritualità: le esequie per la perdita di un caro amico. Ma la serietà della cerimonia funebre non è che una debole apparenza, perché ben presto si scatenano equivoci, gag, situazioni paradossali e, naturalmente, sorprese e imprevisti pronti a smontare pezzo per pezzo quella maschera di perbenismo che la vita sociale ci spinge a creare per la nostra sopravvivenza.

(21 marzo 2007)

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