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S'inaugura
sabato 21 febbraio alle 12, nell’Aula magna della facoltà di Scienze politiche, il Laboratorio espositivo d’arte contemporanea
PolisArt, diretto dal prof. Carmelo Strano (e-mail
polisart.catania@gmail.com). A dare avvio alle attività del laboratorio è la mostra
La voce sociale dell'arte /
Un milione di schiaffi agli italiani, che vedrà esposte le opere di 27 artisti: Luciana Anelli, Calogero Barba, Licia Dimino, Calusca, Ugo Cantone, Michele Ciacciofera, Letterio Consiglio, Carmela Corsitto, Giulia Cosentino, Zoltan Fazekas, Ornella Fazzina, Antonio Freiles, Lillo Giuliana, Michele Lambo, Paolo Nicolosi, Aldo Palazzolo, Antonio Presti, Salvo Russo, Alfredo Romano, Laura Saccomanno, Franco Spena, Enzo Tomasello e Marilena Vita (per la sezione "arte"); Alessio Armiento (novellistica), Vincenzo Crapio e Anita T. Giuga (poesia) e Franco Porto (architettura).
Protagonisti dell’arte, della letteratura e dell’architettura si confrontano su una questione etica: la grande, attuale crisi economica e lo spreco. Ogni autore ha dato il suo punto di vista per mezzo del proprio segno espressivo.
La mostra è curata da Silvia Freiles e Anita T. Giuga, rispettivamente dottore di ricerca in Italianistica e dottoranda in Estetica e Pratica delle Arti, all’Università di Catania.
La sede della mostra è un luogo di ricerca, oltre che di formazione, la facoltà di Scienze Politiche di Catania, appunto.
Le università vanno via via dotandosi di laboratori sull’arte contemporanea. Ha cominciato, già parecchi anni fa, La Sapienza, a Roma. Gli atenei, anche tramite l’azione autonoma delle singole facoltà, tendono ormai a incidere sul terreno della cultura, sia globalmente sia sul territorio, attraverso una forte sinergia tra i due momenti.
L’arte contemporanea è ormai ampiamente considerata vivace catalizzatore di sensibilità, di senso critico e civile. Il civile conduce facilmente al sociale, non importa se in modo esplicito o implicito. È un rilievo che si aggiunge a quello fondamentale della sfera della ricerca. Sempre, parallelamente all’arte quieta, accademica, lustrata e di routine si è sviluppata l’arte di ricerca che ha dato nuovi impulsi alla società.
Nasce, così, a Scienze politiche,
PolisArt, con il contributo storico-critico di Carmelo Strano (direttore scientifico della struttura). L’obiettivo è di esibire e provocare l’arte di ricerca, quella più nuova e più propositiva, indipendentemente dall’età degli autori. Un laboratorio, come dice il sottotitolo, luogo di confronto, che ben concilia il momento della ricerca con quello divulgativo o di esibizione ufficiale della ricerca, dal momento che l’arte è godibile anche dal pubblico generico.
Un ritmo non necessariamente regolare, ma continuo, di mostre, incontri, seminari, conferenze, anche con confronti fra discipline diverse.
(21 febbraio 2009)