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A. Semu tutti devoti tutti?

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Da venerdì 6 a domenica 8 febbraio alle 21 da Scenario Pubblico, prosegue la rassegna teatrale Te.St., per il cartellone del Teatro Stabile

Da venerdì 6 a domenica 8 febbraio alle 21 da Scenario Pubblico, prosegue la rassegna teatrale Te.St. - Altro Teatro, per il cartellone del Teatro Stabile, con lo spettacolo A. Semu tutti devoti tutti?, una coproduzione realizzata da Compagnia Zappalà Danza - Teatro Massimo Bellini di Catania - Scenario Pubblico - Steptext dance project, con il sostegno della Provincia Regionale di Catania.  Partendo dal culto della Santa Patrona Agata, lo spettacolo propone una riflessione laica sul sentimento religioso dei siciliani.

La coreografia, regia, scene e luci sono di Roberto Zappalà. La musica originale è de I Lautari, con la supervisione musicale di Carmen Consoli. I costumi sono di Marella Ferrera. Gli interpreti sono: Alain El Sakhawi, Akos Dozsa, Samantha Franchini, Salvatore Romania, Fernando Roldan Ferrer, Antoine Roux-Briffaud, Wei Meng Poon, Massimo Trombetta.

Per A. semu tutti devoti tutti? il coreografo ha portato avanti la già consolidata collaborazione con Nello Calabrò, che ha curato la drammaturgia, e con Puccio Castrogiovanni de I Lautari, gruppo musicale catanese con cui Zappalà ha già collaborato per la produzione Instrument 1 realizzata nel 2007. Puccio Castrogiovanni ha prodotto le musiche originali della nuova creazione, che saranno eseguite dal vivo dalla band composta da Salvo Dub al basso, Puccio Castrogiovanni, corde, marranzani e fisarmonica, Salvo Farruggio alle percussioni e Peppe Nicotra alle chitarre. Carmen Consoli è protagonista con la sua chitarra di un video realizzato appositamente.

Protagonista principale S.Agata, patrona di Catania, e la grandiosa festa catanese a lei dedicata; da qui l'idea si riunire intorno al progetto tutti artisti siciliani ed in particolare delle donne protagoniste della scena culturale della città. Partendo da Agata e dalla sua festa, religiosa e di popolo, teatro della devozione e della finzione, luogo d'amore e di furore, spazio del riscatto e dello sfruttamento, lo spettacolo vuole presentare uno sguardo molteplice e interrogarsi sulla religiosità popolare; un "teatro d'operazioni" che nell'isola diventa cartina di tornasole per (quasi) tutto.

La danza fa sostegno armonico a tutta la composizione scenica, in un allestimento la cui ispirazione iconografica e devozionale si coniuga con un segno moderno, da pop art, per dare origine a contrasti, cortocircuiti, paradossi. Quelli di una festa religiosa dove la figura mistica della santa diventa "preda" dei suoi devoti. Ed è sempre a partire dalla danza, con la sua presenza continua e incalzante, come il basso continuo nelle composizioni barocche, e con l'apporto fondamentale della musica originale eseguita dal vivo, che vengono alla luce gli interrogativi e si scoprono le contraddizioni e le ambivalenze di uno scenario, al contempo arcaico e contemporaneo, quale una festa religiosa in Sicilia.

(06 febbraio 2009)


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