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Instrument 1

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Martedì 16 dicembre alle 21 da Scenario Pubblico serata di beneficenza a favore dell’Associazione Etnea Alzheimer di Acireale.

Martedì 16 dicembre alle 21 da Scenario Pubblico andrà in scena Instrument 1 <scoprire l’invisibile>, una coproduzione Compagnia Zappalà danza,  Etnafest Arte, Scenario Pubblico e Uva Grapes Contemporary Dance Festival. La Compagnia Zappalà danza e Scenario pubblico in collaborazione con Gesti devolveranno l’incasso della serata a favore dell’Associazione Etnea Alzheimer di Acireale. 

Le coreografia e regia sono di Roberto Zappalà, le musiche originali (dal vivo) de I Lautari. I danzatori sono:  Alain El Sakhawi, Adriano Coletta, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania, Antoine Roux-Briffaud, Wei Meng Poon, Alessandro Vacca.

Instruments è l'ultimo progetto di Roberto Zappalà, che sulla scia del suo più recente percorso coreografico, libera il movimento da una drammaturgia troppo complessa per soffermarsi sul corpo nella sua relazione con il suono,
il rumore, la musica. La prima tappa dal progetto Instrument 1 <scoprire l’invisibile>, è dedicata al marranzano , che per questa produzione è stato esplorato dai Lautari in un’affascinante ricerca, portando lo strumento, normalmente associato alla tradizione siciliana, a ritmi e sonorità innovativi e di grande impatto, dal sapore underground londinese. La danza
insieme alla musica è protagonista, in corpo a sette danzatori uomini, che interpretano con vigore una Sicilia senza confini, in cui la tradizione e il moderno non vedono una netta distinzione, ma si incrociano, si ritrovano, si fondono.

“…con una sequela di immagini fulminanti il coreografo incalza i sette danzatori... La salda sintonia del gruppo si coagula intorno alla musica originale eseguita dal vivo da I Lautari, musicisti impegnati dal suono vibrato de il marranzano. Lo strumento, pur declinato in tipologie diverse, restituisce d’emblé il tappeto sonoro–evocativo di una Sicilia che, nei
sussulti della coreografia, si sdoppia. E’ eterna, per le immagini di esordio, quei veli neri femminili che pescano nella iconografia più antica; ed è prepotentemente nuova, rimodellata dalla travolgente e nuda fisicità dei danzatori. Come una forza che impone se stessa, senza altri fini che una palingenesi del corpo e della sua poetica, essenziale e vero nella presenza in scena.”
(Ermanno Romanelli , Danza&Danza).

Per prenotazioni telefonare alla D.ssa Baraldo 392.5127567

(16 dicembre 2008)

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