Martedì 16 dicembre alle 16, all'Auditorium del Monastero dei Benedettini, i docenti Mario Del Pero (Università di Bologna) e Rosario Mangiameli (Università di Catania) presentano il nuovo libro dello storico Salvatore Lupo.
Alla presentazione del volume Quando la mafia trovò l'America (Einaudi, 2008) - organizzata da dottorato in Storia Contemporanea, dottorato in Storia della cultura della società e del territorio in età moderna e corso di laurea specialistica in Storia Contemporanea - sarà presente l'autore.
La frequenza al seminario dà diritto a 2 Cfu.
Quando la mafia trovò l'America. Storia di un intreccio intercontinentale, 1888-2008. La mafia non si identifica con una società locale, ma rappresenta il frutto perverso dell'incontro di ambienti tra loro diversissimi. Anche per questo la sua storica fortuna deriva dall'intreccio tra i due versanti. Un intreccio che viene generalmente ricondotto alla grande migrazione otto-novecentesca, ma che è divenuto poi un fenomeno permanente. Esso si ripropone a ondate per tutto il Novecento, sia nei periodi in cui la migrazione fluisce liberamente, sia quando è regolamentata o proibita. Si muovono le persone, i prodotti legali e illegali, ma anche i modelli associativi criminali. Si tratta di flussi che vanno dalla Sicilia all'America ma anche nella direzione opposta. E il meccanismo è così fluido perché ci sono vuoti sociali, aree grigie tra legalità e illegalità, sistemi di corruzione politica e affaristica, meccanismi identitari che creano campi di azione favorevoli su entrambi i versanti.
A cavallo tra i due secoli come nei ruggenti Anni 20, negli anni della Grande Crisi come nella congiuntura drammatica della Seconda Guerra mondiale, tra le isterie della Guerra fredda e le speranze degli Anni 60 fino a periodi a noi più vicini. Nel flusso variegato degli eventi storici, due società così diverse domandano entrambe mafia, necessitando dall'altro lato di strumenti non poi così diversi di lotta alla criminalità organizzata.
(16 dicembre 2008)
HANNO SCRITTO