Martedì 22 maggio alle 18.30, al Centro Zo di Catania, lo studioso Massimo Schilirò leggerà alcuni brani tratti da “Un pedigree” dello scrittore e sceneggiatore francese Patrick Modiano. L’iniziativa rientra nell’ambito del “Circolo di lettura” promosso dalla facoltà di Lingue e letterature straniere in collaborazione con l’Associazione Librai Italiani e con il Centro culture contemporanee Zo, i MercatiGenerali, la Scuola d’arte drammatica Umberto Spadaro.
Massimo Schilirò si occupa di letteratura contemporanea. Ha indagato le forme della scrittura personale, e in particolare lo spazio autobiografico come sistema di testi e di generi in Vitaliano Brancati (Narciso in Sicilia, Liguori, Napoli 2001) e i progetti autobiografici non realizzati di Italo Calvino (Le memorie difficili, Cuecm, Catania 2002).
Un pedigree. Parigi, ottobre 1942. Durante l'Occupazione un uomo e una donna si incontrano. Lui è un ebreo di origini toscane, lei è una fiamminga arrivata a Parigi inseguendo l'impossibile sogno di diventare ballerina. I due si sposano e hanno due figli, uno è Patrick Modiano. Per vent'anni vivono in un appartamento al numero 15 di quai de Conti, ma quelle che conducono sono vite parallele che a volte si intrecciano per brevi istanti ma che non si incontrano mai del tutto. Intorno a loro gravita uno strano mondo, bizzarri personaggi che appaiono e scompaiono e che per brevi periodi abitano le stanze dell'appartamento: sono uomini d'affari le cui occupazioni sono sempre indefinite e misteriose, sono cinici profittatori ed esteti da strapazzo, mediocri attori e attricette pronte a tutto, registi già affermati e amanti di personaggi famosi, protettori e aristocratici in declino dalla dubbia sessualità. Sono uomini e donne che prima cercano di sfuggire alla guerra e alle deportazioni e che poi si arrangiano come possono nella difficile esistenza del dopoguerra. A essere narrato in queste pagine è un universo di volti, a tratti solo un nome o un soprannome, che Modiano cerca di far riemergere dalla profondità della memoria per ricostruire una personale carta d'identità, o meglio per tracciare un impossibile e indefinito pedigree. Ma è anche un quadro di una strana epoca in odore di disastro in cui gli uomini sembrano abitare la città come se fosse una stazione.
(22 maggio 2007)