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Immateriali cinematografici

Lunedì 28 aprile alle 19:30 (Cucine dei Benedettini), inaugurazione della mostra sugli "archivi" dell'industria cinematografica. Fino a sabato 17 maggio

Lunedì 28 aprile alle 19:30 nelle Cucinedell'ex Monastero dei Benedettini si inaugura la mostra Immateriali cinematografici. L'esposizione è in programma per L’archivio dei sogni: dalle Lanterne magiche al Cinema delle origini della sezione Cinema di Etnafest 2008 (diretta da Sebastiano Gesù e organizzata in collaborazione con la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Catania). La mostra, a ingresso libero, è visitabile fino a sabato 17 maggio, dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:30.

Ecco il saggio introduttivo del catalogo della mostra per una più chiara idea sui materiali in esposizione (Sebastiano Gesù):

Se siamo d’accordo che la storia del cinema non è soltanto la storia dei film, ma la storia di tanti altri elementi connessi o ispirati a quei “24 fotogrammi al secondo”, che tanta parte hanno occupato nella cultura, non solo visiva, del Novecento, allora potremo capire quale importanza possa avere sul piano informativo e culturale una mostra di materiali sull’effimero cinematografico. Questo straordinario universo, apparentemente frivolo, se non banale, in realtà, si apre a linee di ricerca e di analisi davvero notevoli, ma ancora oggi, in maggior parte, non studiate, non approfondite o addirittura inesplorate. Perché la cultura cinematografica ufficiale stenta a riconoscere a questi materiali l’autenticità di “bene culturale”, relegando al collezionista il compito di conservazione e preservazione.
Eppure, quando si scriverà una “vera”, complessiva storia dell’industria cinematografia, affrontando i suoi molteplici aspetti, non si potrà fare a meno di riconsiderare e di ricostruire, correlate alla “Storia del cinema”, le storiografie legate ai “mestieri”, alle tecniche, ai modi di produzione, ai meccanismi economici, alle attività promozionali dell’immagine, alle dinamiche sociali dell’affermarsi del consenso.
La storia - per così dire - “sociale ed economica” della cinematografia, ha bisogno di tante coordinate, più di quante ne ha bisogno la storia del film. Ha bisogno di un archivio che conservi la memoria del cinema nelle sue espressioni ritenute marginali o minori, la cui valenza, di primo acchito sfuggevole, si rivela tutt’altro che irrilevante.
Questo “archivio dei sogni collettivi”, questo Barnum dell’effimero cinematografico, infatti, «contiene – come scrive Edgar Morin - più che la celluloide i fasti e i nefasti della cinematografia e lo stesso uomo immaginario del nostro secolo: la sua faccia interiore e i suoi gesti esterni, le cadenze del suo pensiero e il turbinio della sua immaginazione, il suo appetito di illusione e i suoi fantasmi inconfessati; i suoi miti e i suoi archetipi». Esso ha aggiunto alla percezione dell’immagine filmica il desiderio, sollecitando nella settima arte il mutamento da riflesso “fedele” del mondo a sonda esplorativa delle vie della mente e dell’inconscio.
Concordiamo appieno con George Duby quando afferma che: «I segni dei sogni non sono meno importanti dei segni dei passi».
Questo “grand bazar” del cinema – che abbiamo voluto mettere in mostra - dove si può trovare di tutto, tranne la pellicola, si compone dei materiali pubblicitari più svariati che l’industria cinematografica ha utilizzato come illusorie chimere per propagandare l’opera cinematografica e gli interpreti dei film, fino alla consacrazione divistica.
Esso è costituito prevalentemente da: calendarietti da barbiere, album di figurine, cartoline, francobolli, quaderni scolastici, carte da gioco, carta da scrivere, bloc-notes, schede telefoniche, cineromanzi, capi d’abbigliamento (cravatte, cinture, camice, mutande, magliette, abiti, foulard) oggetti vari (vassoi, piatti, tazze, bicchieri, bottiglie, teli da bagno, salvadanai, pupazzetti, borse, buste, ventagli, profumi, portachiavi, portamonete, adesivi, ecc...). Manifesti, locandine, brochure di alcuni classici della storia del cinema.
Si tratta di una serie di gadget, dai più semplici ai più complicati, che vanno dagli inizi del Novecento fino ai giorni nostri che per le molteplici valenze di cui si fanno carico, per la loro capacità di sogno, per la caducità del loro esistere abbiamo voluto chiamare immateriali cinematografici.
Nella maggior parte dei casi, principale veicolo del film, persuasore e imbonitore di sogni collettivi come il Dulcamara donizzettiano, l’effimero cinematografico (districatosi sempre fra arte e disimpegno commerciale perché il suo compito ultimo era vendere un prodotto), oggi ci consente di misurare le variazioni del gusto, del costume, delle tecniche adottate per la comunicazione di massa delle generazioni che ci hanno preceduto. E pertanto, esprime a pieno le caratteristiche e lo spirito di un’epoca. Questi reperti archeologici della civiltà della celluloide (anch’essa in via di estinzione) trovano posto nell’affetto incondizionato e maniacale di pochi collezionisti avvertiti. Grazie a essi sono i sopravvissuti dell’Arca".

(28 aprile 2008)


HANNO SCRITTO


L'archivio dei sogni

  • Immateriali cinematografici: Lunedì 28 aprile alle 19:30 (Cucine dei Benedettini), inaugurazione della mostra sugli "archivi" dell'industria cinematografica. Fino a sabato 17 maggio (28 aprile 2008)
  • Spettacolo di Lanterne magiche: Lunedì 28 e martedì 29 aprile alle 20:30 (Coro di notte, Benedettini), spettacolo di Laura Minici Zotti, in programma per la sezione Cinema di Etnafest (28 aprile 2008)
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