Al via martedì 29 aprile al Monastero dei Benedettini, la rassegna Cinascopio. La Cina di e dopo Mao nel cinema della Sesta generazione promossa da facoltà di Lettere e filosofia, Dipartimento interdisciplinare di studi europei (Diseur), Zō Centro culture contemporanee, libreria Bonaccorso, trattoria-pub-vinobar Nievski.
La facoltà di Lettere e Filosofia propone infatti un cineforum che ripercorre, attraverso la produzione cinematografica più recente della Repubblica Popolare Cinese, le tappe salienti della storia in Cina dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. L’iniziativa è stata concepita tenendo conto delle difformità che la cinematografia cinese presenta rispetto al cinema occidentale, e delle profonde lacune che si sono create a livello critico negli ultimi due decenni su una cinematografia influenzata più da fattori esterni (le limitazioni imposte dalla censura, le concrete possibilità produttive, le esigenze meramente propagandistiche) che non da vere necessità espressive.
Il risveglio negli ultimi venti anni delle produzioni asiatiche e la loro scarsa visibilità sugli schermi d’occidente impone a una Università che non voglia restare ai margini dei grandi mutamenti sociali e culturali di attivare iniziative che ne rendano conto. Concepito come cineforum e seminario, il progetto Cinascopio, nasce nell’ambito della politica di internazionalizzazione promossa dall’Ateneo di Catania in occasione dell’Anno europeo del Dialogo interculturale, cui la facoltà di Lettere e Filosofia partecipa con le proprie iniziative.
Il cineforum si articola in sei appuntamenti: i primi cinque prevedono la proiezione di film incentrati su cinque tematiche differenti: La rivoluzione socialista, La rivoluzione culturale, La Cina oggi, Cinamondo e CinemaCina. Ne risulterà un ritratto della Cina, da Mao ai giorni nostri, filtrato attraverso lo sguardo di registi appartenenti tutti alla Sesta generazione. I primi quattro incontri (con le proiezioni di martedì 29 e mercoledì 30 aprile, e poi di lunedì 5 e martedì 6 maggio) saranno introdotti e coordinati da Elena Asciutti, consulente e programme officer per l’Unesco Beijing Office, e da Agata Sciacca, docente a contratto di Storia e critica del cinema alla facoltà di Lettere e Filosofia. Il quinto (mercoledì 7 maggio), ospitato dal Centro culture contemporanee Zō, sarà introdotto da Marco Dalla Gassa, docente di Storia del cinema del Vicino ed Estremo Oriente all’Università Ca’ Foscari di Venezia. L’ultimo incontro, fissato per venerdì 9 maggio, consisterà in una lezione tenuta dallo stesso Dalla Gassa.
Il primo film in calendario per la sezione La rivoluzione socialista è Kan shang qu hen mei, La guerra dei fiori rossi di Zhang Yuan (Cina/Italia, 2006, 92’); la proiezione si svolgerà a partire dalle 16:30 nell'aula A1. Il giorno successivo, mercoledì 30 aprile alle 16:30, il cineforum si sposta al Coro di notte per la sezione La rivoluzione culturale che prevede la proiezione di Xiang ri kui, Sunflower del regista Zhang Yang (Hong Kong/Cina/Paesi Bassi, 2005, 129’).
La rivoluzione socialista
martedì 29 aprile, ore 16,30 – aula A/1
Kan shang qu hen mei (La guerra dei fiori rossi) di Zhang Yuan
Cina/Italia, 2006, 92’
La rivoluzione culturale
mercoledì 30 aprile, ore 16,30 – Coro di notte
Xiang ri kui (Sunflower) di Zhang Yang
Hong Kong/Cina/Paesi Bassi, 2005, 129’
La Cina oggi
lunedì 5 maggio, ore 16,30 – Coro di notte
Shiqi sui de dan che (Le biciclette di Pechino) di Wang Xiaoshuai
Cina/Taiwan/Francia, 2001, 110’
Cinamondo
martedì 6 maggio, ore 16,30 – Coro di notte
Shijie (Il mondo) di Jia Zhangke
Cina/Giappone/Francia, 2004, 133’
Introduzioni e coordinamento del dibattito a cura di Elena Asciutti e Agata Sciacca
CinemaCina
mercoledì 7 maggio, ore 21,00 – Zō Centro Culture Contemporanee
Xiao Wu (Piccolo Wu) di Jia Zhangke
Hong Kong/Cina, 1997, 107’
Introduce Marco dalla Gassa
Conclusioni
venerdì 9 maggio, ore 10,00 – Auditorium Giancarlo De Carlo
Lezione di Marco Dalla Gassa
(29 aprile 2008)
Vite di donne nella storia - Anche la cancellazione è violenza
Percezioni del rischio in un parco pubblico
La violenza contro le donne riguarda tutti: la parola agli uomini