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Il teatro dell’opera dei pupi in Sicilia: non solo tradizione

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Sabato 29 marzo all’hotel Excelsior di Catania, forum con i più importanti studiosi e pupari siciliani. In parallelo esposizione di pupi
Mimmo Cuticchio

L’opera dei pupi è sicuramente una delle più importanti e celebrate espressioni artistiche e culturali della Sicilia. Per secoli anzi ne ha rappresentato immagine e simbolo. Una tradizione talmente forte e radicata, che affonda le radici nella mitica Chanson de Roland ma prendendo una strada tutta propria con linguaggio e personaggi esclusivamente siciliani. Una tradizione talmente forte e radicata che ha superato tutte gli ostacoli della finta modernità e dei dimenticatoi per approdare fino ai giorni nostri sostanzialmente intatta. Anzi con nuova linfa.
E’ il punto di partenza del forum “aperto” a tutti che il Rotary organizza per sabato 29 marzo all’hotel Excelsior di Catania, chiamando a raccolta i più importanti studiosi e pupari siciliani, allestendo in parallelo una vera e propria esposizione di pupi provenienti da compagnie e collezioni.
Una iniziativa, lanciata da Gianni Arcidiacono, presidente del Club Catania Nord, profondo conoscitore del Teatro dell’Opera su cui ha scritto un volume di approfondimento di imminente pubblicazione, che copre un vuoto di oltre quarant’anni: è infatti del 1977 l’ultimo vero incontro di studiosi organizzato da Giuseppe Giarrizzo e dal Teatro Stabile di Catania.
La giornata vedrà intervenire i più importanti e prestigiosi conoscitori di questo marchio che rende ancora la Sicilia famosa in tutto il mondo per l’arte e la fantasia, l’esuberanza e il sentimento. Da Palermo arriveranno Mimmo Cuticchio, oramai da oltre un decennio indubbiamente il più eclatante degli esponenti della nuova generazione dei pupari, colui che ha reinventato e rilanciato il genere in Italia ed all’estero con operazioni assolutamente contemporanee, nuovi testi e gesti, e Vibaek Pasqualino, presidente del Museo internazionale delle Marionette di Piazza Marina che fu fondato dal maritoAntonino Pasqualino.
Antonino Amico, figlio d’arte, è invece colui che negli anni sessanta reinventò la struttura stessa dei pupi catanesi, costruendoli di 70 cm. Ha una propria compagnia e continua a mettere in scenma il repertorio classico, compresa la “Natività e u Mottoriu” (la Passione di Cristo). Italia Chiesa Napoli è l’estrema superstite della “Marionettistica Fratelli Napoli”. Donata Amico è direttrice del Museo del cinema e autrice di pubblicazioni. Iolanda Scelfo è responsabile dell’Unesco di Acicastello.
L’esposizione di pezzi rari e pregiati, consentirà di avere il quadro completo dei diversi stili e soluzioni. Esporranno oltre che Cuticchio ( a sua volta erede di una delle famiglie storiche dell’”Opra” palermitana), la compagnia dei “Paladini” di Salvatore Pulvirenti, Aci Platani, Alfredo e Daniel Maceri di Siracusa, Manlio Pugliesi di Sortino, gli acesi Calabretta e Ariosto, i catanesi Biagio Foti e la compagnia Roccazzella e Amato.

(29 marzo 2008)

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