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Senza ragione. Documenti di follia

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Giovedì 31 gennaio alle 19, alla libreria Gramigna, proiezione del documentario di Mauro Massafra sui servizi della Salute mentale. Segue dibattito

Giovedì 31 gennaio alle 19 alla libreria Gramigna, via S. Anna 19, sarà  proiettato il documentario Senza ragione - documenti di follia di Mauro Massafra. Introduce Natale Adornetto, psicologo, sottoposto per 7 volte a T.S.O. e autore del libro "Vengo dalla piccola valle". Seguirà il dibattito e le interviste con la partecipazione di: Giuseppe Bucalo, assistente sociale ai servizi per la salute mentale; Giorgio Antonucci,  medico con esperienza nei manicomi prima e dopo la riforma Basaglia; Gaetano Bonanno, dottore in Infermieristica con esperienza più che ventennale nei servizi per la salute mentale;  Adriano Russo,; Sandro Capannini, ex degente e volontario del Telefono viola di Roma.  

Il documentario, attraverso le interviste e mediante una ricostruzione storica, è una riflessione e una ulteriore denuncia della pretesa scientificità della psichiatria. Che quella psichiatrica non sia scienza l’hanno dimostrato e lo dimostrano scienziati e medici non meno medici di chi diagnostica “malattia mentale” a larga mano.
È scienza? Non è scienza? Non è una questione ideologica. Che squillino le due campane. Di fatto le testimonianze sia storiche che attuali ci raccontano di una logica del dominio e del controllo che viene mistificata come scienza ma anche di gente che supera il proprio disagio relazionale nonostante tutto.
Il documento, attraverso una iconografia ormai classica conclude: la psichiatria da violentemente repressiva si è resa democraticamente repressiva. Da tale conclusione una proposta: andiamo a vedere cosa succede negli attuali servizi della Salute Mentale dove la psichiatria s’è riciclata. È in questi posti, nei posti del manicomio diffuso sul territorio, che si conserva l’iconografia della nuova psichiatria.
Le parole degli intervistati e lo stesso testo narrante recitato da Giorgio Antonucci e da Andrea Aureli, lungi dal rappresentare la negazione del disagio relazionale, denunciano l’inganno psichiatrico.

(31 gennaio 2008)

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