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Benché fosse maggio…

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Venerdì 11 gennaio alle 18, alla libreria Cavallotto, si presenta il libro della scrittrice Emilia Caracciolo Delfino

Venerdì 11 gennaio alle 18 alla libreria Cavallotto (corso Sicilia, 91), sarà presentato Benché fosse maggio… di Emilia Caracciolo Delfino.

Emilia Caracciolo Delfino ha scritto una densa storia corale ambientata in un paese dell'Italia meridionale tra il secondo conflitto mondiale e il dopoguerra. E' una storia dolorosa, a tratti drammatica con personaggi molto ben delineati e ambientazioni puntuali. Una storia che è anche autobiografica così da dare maggior pathos al complessivo registro narrativo.  

“Benché fosse maggio…”, un titolo emblematico e ricco di un significato profondo che nella sua multilateralità porta il lettore a riflettere e a pensare che la storia di una vita, soprattutto se si parla della propria, sia la testimonianza di una immensa ricchezza interiore che le parole stesse e gli scritti non raccontano mai abbastanza. La storia di Elia è la storia di una vita vissuta non solo con se stessi, ma assieme agli altri e per gli altri in una sorta di crogiuolo di sentimenti e di affetti che costituiscono un enorme patrimonio di valori e di insegnamenti indispensabili in un mondo ormai troppo rifugiato nel benessere e nell’arido consumismo. Non è certo facile narrare il proprio intimo vissuto se questo non si riflette nello specchio dell’anima. Emilia Caracciolo è un’interprete impareggiabile di tali riflessioni e nella veste di scrittrice provetta trasmette nel suo racconto quell’amabilità di teneri sensi che coinvolge emotivamente chi legge, ponendo a nudo quel mondo interiore proiettato nel meraviglioso percorso dell’infanzia e dell’adolescenza, ricostruite mirabilmente passo passo dal mare dei ricordi.  La tenerezza con cui la scrittrice si esprime impreziosisce la fluidità di un linguaggio scevro da neologismi ed improntato alla seria tradizione lessicale di parole ed immagini nitide e pertinenti. La dovizia di particolari narrati arricchisce il racconto di intima dolcezza e pone in luce la fervida personalità della scrittrice-protagonista che da voce narrante espone fatti ed avvenimenti con levigata compostezza, con l’obiettività di chi non tradisce la veridicità delle cose e le dona a chi legge come frutti preziosi di un confidenziale impegno dell’anima. La storia nelle immense e ardue realtà della II guerra mondiale fa da sfondo alle vicende della famiglia Caracciolo che, come tantissime altre, vive le buone consuetudini del tempo, mentre gli inevitabili disagi derivati dalle circostanze vengono brillantemente superati con la buona volontà e la forza d’animo di chi amando spera in un domani migliore. La generosità e la solidarietà aleggiano ovunque in un racconto che esalta l’amore ed i puri sentimenti che si perpetuano oltre la vita, oltre la morte.  E così come accade nella pluralità dei casi in cui l’uomo supera i margini della propria esistenza emergendo dalla voragine in cui l’ha travolto il destino, il buono riesce a prevalere sul cattivo, la disponibilità sulla inettitudine, il sapere sull’ingiustizia. Elia ritrova la sua strada e la sua vita ed al fianco dell’uomo che ama costruisce il domani che ha sempre sognato e sempre intravisto da una porta socchiusa. La sua infinita bontà le impedisce di dimenticare la parte di bene ricevuto e il suo buon senso la induce ad ignorare i rancori, purtroppo stampati nel suo cuore. Una nuova strada si apre ai suoi occhi, più in là di Reggio, lontano dall’amato rione Crocefisso che ha visto i suoi timidi giochi di bambina, fuori dalla via Mazzini, pittoresco ritrovo di anime innocenti. Più in là, dove il bene sconfigge il male e la vita finalmente sorride a chi con l’umiltà e il sacrificio ha costruito l’amore. (Rossana Rossomondo)

(11 gennaio 2008)

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