Lunedì 12 gennaio alle 17, alla Sala Musco di Catania, il Teatro Stabile di Catania ricorda il grande giornalista sportivo e scrittore catanese, con Il mondo di Candido Cannavò, in occasione della produzione e messinscena de "La volata di Calò".
"Una vita in rosa", così s'intitola l'autobiografia pubblicata nel 2002 da Candido Cannavò, il più grande giornalista sportivo che l'Italia abbia mai avuto. Ed è significativo che l'omaggio a Cannavò sia maturato in concomitanza con il debutto sulla scena della novità assoluta "La volata di Calo", tratta dal romanzo omonimo del giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, autore anche della riduzione teatrale. Un testo emozionante che ricostruisce l'ascesa del mitico costruttore di biciclette Calogero Montante: Biciclette da campioni, per uno sport - il ciclismo - che Cannavò seppe interpretare e commentare come pochi altri.
Il tirocinio di Candido Cannavò ha avuto inizio a Catania, come giornalista sportivo, nel quotidiano La Sicilia, a soli diciannove anni. Da allora non si è più fermato. Nel 1955 inizia la collaborazione con La Gazzetta dello Sport. E nel giro di circa vent?anni diventa inviato speciale e caporedattore del giornale catanese in cui aveva mosso i primi passi.
Segue i Mondiali di Calcio, ben 9 Olimpiadi e oltre 30 Giri d'Italia. Nel 1981 viene nominato vicedirettore, poi condirettore della Gazzetta, e nel 1983 succede a Gino Palumbo come direttore responsabile. Durante la sua direzione, che terrà fino al 12 marzo 2002, la "Rosea" si consolida come primo quotidiano italiano e maggiore quotidiano sportivo europeo, riprende la pubblicazione del settimanale legato alla testata (Sportweek) e apre il proprio sito web.
Ma l'impegno di Cannavò è andato al di là dello sport. Da sempre si è occupato dei problemi della società, soprattutto della sua terra, e dopo aver lasciato la direzione della Gazzetta ha pubblicato per Rizzoli la citata autobiografia "Una vita in rosa"(2002) e tre libri di saggistica, che narrano la situazione delle prigioni italiane.
Cannavò si spegne il 22 febbraio 2009: è una domenica triste per lo sport, ed in suo onore in tutti i campi di calcio si osserva un minuto di silenzio. Un mese dopo La Gazzetta dello Sport gli intitola sia l'ufficio del direttore sia la maglia bianca del Giro d'Italia. Non tutti sanno che fu proprio la "Rosea" ad inventare la competizione, lanciata il 24 agosto 1908 sulla prima pagina, e fatta partire da Milano nella notte fra il 12 e il 13 maggio 1909. Ed importante è il contributo che Cannavò ha dato fino all'ultimo al ciclismo e alla sua kermesse più ardua. Fu lui a suggerire il titolo "Un secolo di passioni" per il libro ufficiale del centenario del Giro, facendo in tempo a scrivere una prefazione purtroppo postuma, che impreziosisce il lavoro.
(12 gennaio 2015)