Dal 10 al 14 dicembre, alla sala Verga di Catania, andrà il nuovo allestimento firmato dal regista Damiano Michieletto, L'ispettore generale di Gogol
L'istrionico Gogol' approda al Teatro Stabile di Catania, con "L'ispettore generale", un testo che si fonda su un imbarazzante equivoco e dove regnano derisione e mascalzonaggine, imbroglio e nessuna buona fede.
Protagonista, dunque, un altro grande capolavoro del Realismo russo: dopo lo straordinario successo de Il giardino dei ciliegi di Cechov, arriva l'immaginifica e divertente pièce gogoliana, con la sorprendente regia del giovane ma pluripremiato Damiano Michieletto, per il secondo appuntamento previsto in cartellone alla sala Verga.
Dalla sottile ironia cechoviana alla satira grottesca di Gogol - segno distintivo dell'intellettuale di origine ucraina - il passo è molto breve: le loro rispettive opere sono due facce della stessa medaglia che ritraggono la poslost, quella "meschinità autosoddisfatta, morale e spirituale", caratteristica precipua della società russa dell'800, segno di un declino che da lì a poco investirà, annientandolo, l'intero impero degli zar.
Con un attento lavoro di modernizzazione, il nuovo allestimento dell'amarissima e corrosiva commedia, per la quale Gogol trasse l'ispirazione da un fatto di cronaca, è frutto della co-produzione tra il Teatro Stabile del Veneto e Teatro Stabile dell'Umbria. Le scene sono curate da Paolo Fantin e illuminate dalle luci di Alessandro Carletti, mentre i costumi sono di Carla Teti.
Sul palco una schiera di abili attori come Alessandro Albertin, Luca Altavilla, Alberto Fasoli, Emanuele Fortunati, Michele Maccagno, Fabrizio Matteini, Eleonora Panizzo, Silvia Paoli, Pietro Pilla, Giacomo Rossetto e Stefano Scandaletti.
L'adattamento drammaturgico de "L'ispettore generale", con l'idea di ricontestualizzare la storia nella Russia di oggi, è dello stesso Michieletto - il trentottenne artista veneziano conosciuto per le sue regie liriche nei maggiori teatri del mondo, ospite fisso a Salisburgo - che rivela di aver voluto così riprodurre «un'umanità gretta e sporca, raccontata continuamente per la sua aspirazione al lusso, al divertimento facile, ad un altrove forse ancora più gretto e meschino della realtà».
Rappresentata per la prima volta a San Pietroburgo nel 1836, infatti, tutta la vicenda de "L'ispettore generale" ruota attorno ad uno scambio di identità: i notabili confondono per l'atteso revisore dei conti in missione un arguto e giovane impiegato- che è peraltro in difficoltà economiche- ed iniziano a blandirlo. I tantissimi personaggi si affanneranno in una corsa sfrenata per coprire magagne e falsità, unici atteggiamenti di una comunità che conosce soltanto la corruzione. E via via che i garbugli si susseguiranno, si sveleranno trame vischiose e singolari sotterfugi.
(10 dicembre 2014)