Università di Catania
Università di Catania - L'Agenda

Erodiade

altri eventi in città
Venerdì 13 e domenica 15 giugno alle 21, al Teatro Coppola di Catania, in scena la compagnia Delenda Teatro

Venerdì 13 e domenica 15 giugno alle 21, al Teatro Coppola di Catania, andrà in scena Erodiade, tratto da Giovanni Testori.


Con Marco Sciotto e con le voci di Anna Bellia e Melissa Botto. In un ambiente scuro e sospeso, attraversato dal rumore costante del vento e che vede al centro un ceppo da macellaio sporco di sangue e un catino coperto da un lino anch'esso insanguinato, calano dall'alto, ai quattro angoli, quattro pesanti catene. In fondo a ogni catena, una fioca lampadina e un microfono appeso a un gancio da macelleria. È in questo spazio che agirà un'Erodiade del tutto insolita: a differenza delle indicazioni fornite da Testori, in scena vi sarà, nel ruolo della sposa di Erode e madre di Salomè, un uomo. Un uomo che all'inizio della pièce indosserà improbabili e inquietanti panni femminili e s'imbratterà il viso di un trucco che è quasi la caricatura perturbante di un volto di donna. Interlocutore muto dell'intero monologo di questa strana Erodiade è la testa mozzata del profeta Jokanaan, che lei ha fatto assassinare e decapitare. Un monologo o dialogo impossibile lungo il quale si snodano e riannodano incessantemente i ricordi e le allucinazioni, i desideri e i timori, le finzioni inevitabili e le pretese verità di un'Erodiade che è in un unico essere un impasto indiscernibile composto da frammenti e dissociazioni di un attore, di un'attrice, di un personaggio e della sua irraggiungibilità, di un testo teatrale e della sua intrinseca irrappresentabilità.


Fondendo le due riscritture (1969 e 1984) che Testori realizzò sul mito di Erodiade, la drammaturgia della compagnia Delenda Teatro e la regia di Marco Sciotto spingono ai loro limiti ultimi e all'eccesso le scissioni e gli aspetti estremi della protagonista monologante: la scelta di affidare il personaggio a un uomo e non a una donna, il ricorso a quattro microfoni e le conseguenti possibilità di utilizzo della voce, di posture e di interazioni con il playback, l'intuizione inedita di considerare questa Erodiade testoriana "impossibile da raggiungere del tutto a causa di un'immedesimazione perennemente mancata e mai realizzabile, di una differenza irrisolta e irrisolvibile" come un impossibile tentativo di Erode di rimuovere l'evento tragico dell'uccisione del profeta Jokanaan, della figliastra Salomè e della stessa Erodiade, condurranno al tragico e allucinato finale che segna il crollo di ogni possibilità di potere dato dalla finzione scenica, di dicibilità e di rappresentabilità. Erodiade, da ultimo, come metateatralità che si ribalta infine nel buio di ogni teatralità.
 
Info: info@teatrocoppola.it         

(13 giugno 2014)

Stampa testo
Invia questo articolo
Tutti gli appuntamenti...
Archivio eventi
In prima pagina