Martedì 29 aprile alle 21, al Teatro Musco di Catania, andrò in scena il monologo-denuncia di Luciano Bruno, Librino, dedicato alla zona Sud della città.
Librino, 'u quatteri', è una roccaforte dell'illegalità. Sono in settantamila a vivere in un inferno senza infrastrutture e decoro. Ma in tanti non ci stanno e si battono per cambiare l'insostenibile stato delle cose. Una condivisione di intenti che si allarga ad altri quartieri a rischio dell'area metropolitana, come ad esempio San Cristoforo. Unire gli sforzi in nome della lotta alle disparità sociali, alla violenza, a tutte le mafie: questo lo spirito da cui muove l'iniziativa nata dalla sinergia tra
la testata giornalistica "I Siciliani Giovani", il centro di aggregazione popolare "Gapa-giovani assolutamente per agire" e la fondazione "La città invisibile": tre realtà molto attive che hanno trovato un interlocutore nel Teatro Stabile di Catania.
La serata sarà aperta dal concerto di giovanissimi strumentisti che vivono nei quartieri a rischio e confluiti nell'Orchestra sinfonica infantile "Falcone Borsellino", creata dalla fondazione "La città invisibile", modello vincente contro la devianza giovanile, in nome del linguaggio universale della musica. Mentre la crisi morale e materiale in cui versa la zona sud est di Catania sarà focalizzata nel lavoro teatrale intitolato appunto "Librino". Il soggetto è di Luciano Bruno, che racconta in maniera emblematica l'annoso dramma del proprio quartiere. La drammaturgia è di Giuseppe Scatà, la regia di Orazio Condorelli.
Ad interpretare il monologo è ancora Luciano Bruno, il collaboratore de "I Siciliani Giovani" che lo scorso gennaio - mentre realizzava un servizio commissionatogli da Giovanni Caruso, responsabile della redazione catanese - è stato malmenato e derubato ad un passo dal "palazzo di cemento", edificio simbolo del degrado della vasta area urbana.
È la storia di alcuni ragazzi che vivono la trasformazione del quartiere più a rischio di Catania, conosciuto per la droga e le armi nascoste negli appartamenti fatiscenti. All'ombra di quei grattacieli crescono Pirocchiu, Grattacielo, Menzabirra, Tigna, Lucio Dalla, Funcia, Aurora e le sue amiche. Cercano solo un campo in cui giocare a pallone: un cortile, un porticato, un pezzo di campagna in cui si spaccano la schiena per togliere pietre e costruire porte. Tra tutti Luciano: un ragazzino pieno di vita, dal sangue caldo. Si innamora, si vendica, si pente amaramente, ride, piange, si rassegna.
(29 aprile 2014)